giovedì 30 maggio 2013

Cosa rende grande Dragon Quest IX



1) Akira Toriyama
Non ve lo devo nemmeno spiegare, vero? Credito anche a Yuji Horii, che disegna da sempre tutto ciò che non è personaggi in Dragon Quest.

2) Portatile
Se Dragon Quest IX fosse un gioco per consolle casalinga ti terrebbe attaccato alla tv per ore e ore. Ma è portatile. E quindi addio vita sociale.
DQ9 però offre una marea di approcci diversificati e obiettivi molto ben definiti e raggiungibili in tempi decenti.
Che tradotto vuol dire che si presta benissimo anche alle partitelle mordi e fuggi, venti minuti sulla coriera, quarto d'ora sul cesso ecc.

3) Abbordabile
Non ho detto che è facile. E' abbordabile. Che vuol dire che è facile, ma ci devi saper fare.
E' una buona scelta per chi non ha mai provato Jrpg, perchè è molto graduale, ma anche gli abituè trovano di che sfiziarsi a livello di scelte strategiche per sconfiggere i mostri più coriacei.
Quindi oltre ad essere abbordabile in termini di tempo è abbordabile anche in termini di difficoltà.

4) Mordi e fuggi
Si è già accennato a questa cosa che DQ9 lo puoi affrontare tranquillamente anche a piccole dosi (anche se quando hai tempo ti piace starci attaccato finchè morte della batteria non vi separi).
Facciamo un esempio pratico.
Monster Hunter su psp, che è forse l'emblema del gioco mordi e fuggi per consolle portatile, in media richiede sui 40 minuti per portare a termine una missione. Sembra niente, ma 40 minuti sono quasi un'ora e uno che vuole fare una partita mordi e fuggi è difficile che riesca a prendersi un tempo del genere.
E' anche vero che (almeno nel mio caso), non mi piace iniziare una partita senza avere la certezza di arrivare a capo di qualcosa, perchè mi sento scemo.
Quindi se non ho il tempo che mi serve, mi passa la voglia di iniziare a giocare.
DQ9 invece oltre alla storia principale offre una folta schiera di obiettivi realizzabili a breve termine, che almeno te la senti di giocare anche per dieci minuti e non ti senti coglione perchè combini qualcosa.

5) Immersivo
Pochi giochi sono immersivi come DQ. E il 9 nonostante il formato portatile, anche.
Ci sono una marea di piccoli accorgimenti per farti sentire parte di un mondo vivo e pulsante, con le sue storie, le sue battute divertenti, i suoi personaggi che bucano lo schermo.
Basta curiosare in giro, leggere un libro di qua, parlare con qualcuno di là, fare attenzione alla coppia di turisti nella locanda che dopo un po' se ne va via perchè la vacanza è finita, fermarsi e farsi raccontare dai personaggi le loro storie, per sentirsi completamente assorbiti e affascinati.
L'ambientazione è coerente, viva, profonda e pittoresca. E la cosa si sente tutta.

6) Storytelling
Lo storytelling è eccezionale. C'è una trama di fondo, che per molto tempo rimane davvero sul fondo, salvo poi venire ripresa saltuariamente. Questo però non vuol dire che perda mordente o che sia trascurabile. Semplicemente ogni tua azione e ogni tuo viaggio e ogni tua missione è motivata alla lontana da quella che è la storia principale, primo motore della vicenda.
Ma nel pratico il gioco consiste nel viaggiare di città in città a risolvere dei problemi. Talvolta per raccogliere della Benessenza, ovvero preghiere umane condensate (il protagonista è un angelo), altre volte per raccogliere i frutti sacri dell'albero Yigdrasil, caduti accidentalmente sulla terra dalla tua città che fluttua sulle nuvole.
Pertanto di volta in volta la storia va a coincidere con le storie dei personaggi bizzarri che trovi sul tuo percorso, come il cavaliere nero che ha perso l'amore, la locandiera dispersa, il burbero erudito in lotta col suocero, lo scultore nostalgico, la bambina che evoca il dio del mare, l'abate in fuga e così via...
Storie che nel loro piccolo possono nascondere qualcosa che va oltre l'apparente semplicità, e di sicuro al di là degli stereotipi.
Aggiungiamoci che il tuo protagonista non parla mai, e nonostante questo i dialoghi e la storia restano coerenti, divertenti ed eccezionali!

7) Crafting
Odio il crafting, sempre detto, ma qui il crafting è semplice. E, oh, diciamola tutta: per essere bello un gioco non deve per forza essere difficile. Se le cose semplici sono fatte bene, sono le migliori.
Detto questo, il crafting si configura come un mago-pentola alchemica nel quale buttare degli oggetti e mescolarli per crearne di nuovi, senza esborso di denaro nè altri particolari sbattimenti.
Salvo pochi oggetti come erbe medicinali e ali di chimera, che ti permettono di tornare istantaneamente alle porte di una città già visitata, praticamente tutti gli altri oggetti che si trovano nel gioco servono esclusivamente per il crafting. E questo è decisamente vario.
Si può decidere di tentare la sorte miscelando cose a caso, o si possono seguire delle ricette, che, con un po' di perizia e di pazienza, si potranno trovare disseminate nelle librerie di tutto il mondo di gioco. Si possono craftare più di un migliaio di oggetti tra armi e vestiti, ma l'unica difficoltà in questo sistema di assemblaggio così intuitivo è il tempo che uno impiega tra il reperimento delle materie prime e le ricette stesse.
Semplice, intuitivo e gratificante.

8) Personaggi
Il tuo party lo puoi creare tu come preferisci: puoi dare ai personaggi un'aria scanzonata, un'aria seria, un'aria figa. Molti outfit sono tipici di Toriyama, come l'acconciatura da Saiyan o il mohawk alla Ub.
Col tempo ci si affeziona alle proprie creaturine e tra tutti gli outfit con cui le si può personalizzare si comincia a viverle un po' come un Tamagotchi. Anche questa l'ho trovata una figata.

9) Grafica
La grafica è eccellente. Gli ambienti sono disegnati benissimo, i personaggi principali (il tuo party e quelli rilevanti per la storia) sono in 3D mentre gli altri sono tutti in sprite, ma la differenza si nota a malapena.
Le ambientazioni sono decisamente varie e dettagliate, sia per quanto riguarda gli ambienti domestici e urbani, tanto per quanto concerne gli ambienti naturali: oceani, montagne, grotte, deserti, spiagge.
Spesso si gode di vedute evocative e paesaggi maestosi, per quanto i poligoni restino sempre abbastanza visibili.
Teniamo conto però che il Nintendo Ds in media supporta giochi che sono poco più in su di quelli per Game Boy Advance, quindi vedere una cosa del genere su una consolle così è qualcosa che scalda il cuore.
E' difficile trovare un comparto grafico così centrato anche su giochi Psp, dove l'hardware permetterebbe di fare roba migliore.

10) Colonna Sonora
Della colonna sonora di Dragon Quest parlai appena aperto questo blog. QUI per chi vuole andarsi a leggere cosa scrissi.
Bè, penso esattamente le stesse cose, eccetto forse che stavolta è addirittura meglio: il gioco è portatile.
La colonna sonora è perfetta. Il senso di libertà alle stelle.
Note che toccano il cuore ed esaltano la poesia stramba di un gioco che è una piccola grande opera d'arte.

Del multiplayer non parlo, non avendo ancora avuto modo di sperimentarlo (certo che se qualcuno volesse sperimentare mi avvisi, che io sono pronto da subito!)

Giocare a DQ9 mi ha spinto ad elaborare una riflessione più ampia sui videogiochi.
Si dice ultimamente che il mondo del videogioco stia decadendo, preda di se stesso. E' vero.
Almeno finchè le consolle di nuova generazione continueranno a puntare tutto sulla grafica e sui franchise collaudati lasciando coraggio e fantasia alla Playstation 2 e alla Wii.
Finchè il mercato sarà invaso dall'ennesimo sparatutto e dagli annuali giochi di sport non ci sarà un nuovo impulso a produrre qualcosa di veramente divertente.
Perchè, diciamocelo, è un insulto all'intelligenza pensare che giocare lo stesso gioco anno dopo anno sia divertente. Insomma, gli sparatutto sono generalmente tutti uguali, e anche al calcio, non è che aggiungano nuove regole ogni anno!
Nelle recensioni tutti badano alla grafica, alla longevità (sempre meno) al multiplayer (che se oggi un gioco non ha il multiplayer è roba di serie b).
Ma c'è un fattore, che più di tutti è importante ai fini del gradimento di un gioco e che purtroppo noto che la gente si fila sempre di meno:

IL DIVERTIMENTO.

La gente si autoimpone certi polpettoni di giochi pallosi o tutti uguali solo perchè sono l'ultimo uscito o quello con un graficone della madonna. Fondamentalmente le dinamiche di gioco restano analoghe e provato uno, provati tutti.
Alla lunga non diverte più.
Ci sono tanti feticci:
DIFFICOLTA' = BELLEZZA.
BELLA GRAFICA = VALIDITA'.
MULTIPLAYER = SODDISFAZIONE.
E il divertimento dove lo mettiamo?
Dragon Quest 9 mi piace perchè DIVERTE. E' semplice il giusto (perchè oh, diciamocelo, se non vinco a me un gioco non è che diverta poi tanto), non punta a feticci fini a se stessi, non si può dire che innovi, ma diverte e diverte un sacco.
Questo mi ha fatto pensare che d'ora in poi sceglierò i miei videogiochi solo in base al criterio "MI DIVERTE O NON MI DIVERTE?".
Pensateci...

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