mercoledì 26 dicembre 2012

The Amazing Spider-Man 700/ The Superior Spider-Man - SPOILER

Non durerà a lungo.
Peter Parker è morto (e non lo so con certezza ma scommetto che non è la prima volta). Peter Parker è morto anche qui e Peter Parker è l'Uomo Ragno ma ora in Ultimate è un negretto e in Amazing, che diventa Superior è il Dottor Octopus (nel corpo di Parker).
E non durerà a lungo perchè ci sono in giro troppi Uomiragni e troppi pochi Peter Parker.
Ma soprattutto non durerà a lungo per via dei film, che sono il vero motore che traina il fumetto americano.
Il pubblico che si affeziona alle pellicole prima di affezionarsi al fumetto vuole trovare Parker sotto la maschera, non vuole essere disorientato da Cicci Formaggi qualsiasi.
Dan Slott non so se farmelo piacere o no.
Come tanti mi sembra alla ricerca del sensazionalismo fine a se stesso.
Perchè sembra una cosa perentoria, è morto Peter Parker, ma alla fine se ben ci guardiamo che c'è?
C'è che Octopus ha trasferito la sua mente nel corpo di Parker ma Parker pur ospitando la mente del nemico ha conservato i suoi propri ricordi.
E ora Octopus nel corpo di Spiderman promette che farà il supereroe e non il supercattivo.
Quindi a uno con il corpo di Parker, i ricordi di Parker, i poteri di Spiderman e... si insomma, qualcosa di Doc Ock... cosa gli rimane esattamente di Doc Ock?
La storia nella quale tutto ciò capita è abbastanza intelligente, ma semplice che a tratti diventa ingenua. C'è sempre Octopus che qualsiasi cosa faccia Parker è una spanna davanti a lui. Pare che il cattivo riesca a prevedere anche moti istintivi spontanei che a Peter vengono sul momento senza nemmeno pensarci.
Finisce come finisce.
Mo Spiderman è Superior.
E a me tutta sta storia sembra solo un arzigogolato panegirico per giustificare una lettura un po' più violenta di un personaggio che è buono (un po' come Back in Black). Forse si sono resi conto che uno Spiderman che non mena e fa solo da spalla comica, in mezzo ai Vendicatori (che dopo il film sono il brand di punta alla Marvel) si perde un po'.
Di superiore fondamentalmente ha cinismo e cattiveria.. più, a detta del nuovo Superior Spiderman stesso un "genio ineguagliato" e una "sconfinata ambizione". Un po' vago, mi pare... voglio dire... anche Peter era un genio, e sinceramente questa cosa dell'ambizione non la inquadro... è già un Vendicatore, che vuole fare ora, il presidente degli Stati Uniti?
Mi sembra il solito finale a tarallucci e vino mascherato da rivoluzione come sanno fare in Marvel.
Si sente che non durerà.
Senza saperlo il buon Tomasi di Lampedusa aveva già inquadrato l'essenza del fumetto americano nel suo Gattopardo: "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi."
E nel frattempo la Marvel rassomiglia sempre di più alla politica italiana...


Ps: Ramos fa cagare, licenziatelo.

Pps: avete ottimi disegnatori italiani: fateli lavorare. 


sabato 8 dicembre 2012

Alien: parliamone...


Quando uscì Prometheus, Recchioni ne fece una recensione sul suo blog in cui non si capiva se lo stroncasse o se no. Era una recensione in cui fondamentalmente parlava di Alien perchè, oh, pare che effettivamente sono due film proprio uguali.
E Recchioni parlò di Alien in termini epici, metafisici, gigauberspacchionellemutande, hafattolastoriadelcinema.
Siccome Alien è uno di quei film che a casa mia mio padre skippa etichettandolo implacabilmente "patanata e puzza" ci sono un po' rimasto e me lo sono andato a cercare.
L'ho guardato.
E a parte che di tutta la filosofia che ci ha ricamato intorno un buono scrittore come Recchioni (a questo punto mi sento di pensare che sia stata motivata da una sorta di amore giovanile affine all'imprinting) non ci ho visto molto, il film è proprio scritto male. Ma male male.
Naturalmente non si può prescindere da tanti fattori che lo rendono comunque un film speciale, come ad esempio la particolare resa dell'ambientazione fantascientifica, meno positivistica e più distopica, il design degli ambienti e del mostro che hanno fatto storia, gli effetti speciali che nonostante risalgano al 79 ancora reggono il confronto con tante produzioni di oggi.
Ma resta che tolto tutto questo, la storia è scritta male.
Ogni storia ha i suoi punti focali, i suoi nodi fondamentali che conferendole delle svolte la fanno proseguire.
Bè, in Alien questi punti focali sono tutti delle gran cazzate. Tutti, senza esclusione di colpi.
Succede che una grossa nave spaziale cargo con un equipaggio di sette persone in sonno criogenico capta un segnale da un pianetino sconosciuto lungo il percorso, il computer di bordo identifica il messaggio come un sos e sveglia l'equipaggio, che quindi si ritrova sveglio in un posto dove non si sarebbe dovuto svegliare.
Il cargo atterra sul pianeta sconosciuto e tre tipi dell'equipaggio escono a vedere di capire cosa abbia potuto mandare il messaggio; apparentemente pur viaggiando nello spazio gli umani non hanno ancora incontrato tracce di vita aliena, quindi quando sti tre si imbattono in una nave spaziale che sembra un incrocio tra un pene e una ciambella ed entrandovi trovano i resti di un alieno fossilizzato io mi sarei aspettato pacchi di palese sorpresa ed entusiasmo che invece non ho visto (hanno tutti questa sorta di curiosità scientifico-analitica molto fredda e molto poco umana).
In compenso ho visto l'immagine che secondo me è quella di maggior impatto visivo dell'intera pellicola (ovvero quella qui sopra).
Succede che se per la prima metà Alien è un film geniale che ricorda anche un po' Kubrick, quando arriva il momento di introdurre la parte horror naturalmente cade vittima degli stilemi tipici del film horror di serie b (che oh, parliamone... qualcuno di voi conosce un film horror di serie a? sono sempre tutti di serie b) ovvero il classico bivio con la strada illuminata a sinistra e quella buia e tetra a destra e la tipa cretina che corre convinta in quella di destra rompendosi un tacco dodici, inciampando e finendo per terra.
Uno dei tipi vede una botola e scende, nella stiva della nave vede una nebbia azzurra  e un sacco di cose ovoidali. Si avvicina alle cose ovoidali e le stuzzica.
E proprio mentre io mi stavo chiedendo
"Naturalmente ora l'alieno infetta l'amico, e questo lo so perchè la scena dell'alieno che gli esce dalla pancia in sala da pranzo è celeberrima e l'ho già vista. ma se il tipo ha la tuta da astronauta l'alieno come cazzo fa a toccarlo e infettarlo?"
l'alieno effettivamente schizza fuori dall'uovo e si limona l'astronauta sfondandogli il casco.
Dici
"Bella merda, ora naturalmente lo lasceranno lì; voglio dire, l'amico ha il casco sfondato in un pianeta dove non c'è atmosfera ed ha una creatura aliena attaccata alla faccia: quale equipaggio di un astronave se lo riporterebbe dentro? Che trovata del cazzo..."
e invece se lo riportano dentro.
C'è un dialogo tra la protagonista del film/capitano temporaneo del cargo e l'ufficiale medico che sprizza assurdità da tutti i pori: quest'ultimo è fuori dalla porta della nave col capitano e il morto e si mette a litigare con la tipa dentro per rientrare col cadavere.
E motiva il suo voler rientrare col morto con un fantastico "POSSIAMO SALVARLO".
Un astronauta col casco sfondato in un pianeta senza atmosfera è un astronauta morto, l'ho sempre pensato. Ma a quanto pare sembra che nessuno dei personaggi venga sfiorato nemmeno lontanamente dall'ipotesi che il tipo possa averci lasciato le penne, dato che tutti parlano di lui come di un elemento ancora salvabile.
La tipa nella nave però ha un barlume di sanità mentale nel ricordare al medico che portare dentro il morto e l'alieno potrebbe comportare delle infezioni e mettere a repentaglio le condizioni di salute dell'equipaggio.
Insomma finisce tutto a tarallucci e vino, il morto lo portano dentro e senza neanche lasciarlo un po' in quarantena.
QUESTO E' COME L'ALIENO ENTRA NELL'ASTRONAVE.
Succedono cose e si arriva ad un altro dei punti focali della storia.
Il cadavere, opportunamente spogliato della sua tuta da astronauta e deposto in infermeria è stato studiato da medico e capitano ma non si capisce come mai, l'alieno non gli si stacca dalla faccia.
A una certa qualcuno passa di là e vede che il morto non ha più l'alieno in faccia.
Siccome l'alieno sembra essere in grado di sfondare caschi da astronauta e corrodere tre piani di astronave con una goccia del suo sangue acido sono tutti sull'allerta, sicchè APRONO LE PORTE DELL'INFERMERIA LASCIANDOLE APERTE E SI METTONO A CERCARE L'ALIENO SENZA ACCENDERE LA LUCE.
Fanculo alle infezioni, le porte le lasciamo aperte noialtri. E cerchiamo le cose al buio. Like a boss.
E quel che è peggio è che poco dopo l'ormai ex morto si rialza E NESSUNO PARE STUPIRSI DELLA COSA. Era senza casco in un posto senza atmosfera. Si rialza. Va tutto bene.
Naturalmente segue la scena dell'alieno che esce dalla pancia e se ne va che sembra il draghetto di Mulan e da lì nessuno lo rivede più se non prima di morire.
Eppure non si sa bene come, il negro dell'equipaggio se ne salta fuori dicendo che "è grosso!" (non avendolo mai visto se non allo stato embrionale) e qualcuno comincia di colpo a dire con un certo margine di sicurezza che l'alieno si muove nei condotti dell'aria (quando nessuno ce l'ha visto entrare).
Alchè il capitano della nave si introduce eroicamente nei condotti d'aria e la protagonista lo monitora con un affare che sembra una delle tavole della legge di Mosè con lo schermo di un Nokia 3310 e le funzioni di un Dragon Radar. Quando l'alieno si approssima al capitano, la tizia non fa altro che dirgli
"sta arrivando"
e il povero tizio si guarda intorno... che si vede da matti che l'attore era proprio lì che voleva chiedercelo, ma nella sceneggiatura proprio oh non c'era...
e la tipa continua a urlare
"sta arrivando, sta arrivando, sta arrivando"
E NESSUNO CHE GLI DICA DA DOVE CAZZO ARRIVA. E IL CAPITANO SI GIRA INTORNO FRENETICO, LO VORREBBE SAPERE. LO DOVREBBE SAPERE PERCHE' LA NORMALE REAZIONE UMANA DI FRONTE A UNA SITUAZIONE DEL GENERE SAREBBE DI CHIEDERLO, DA DOVE STA ARRIVANDO IL PERICOLO.
Che magari muore, però se sa da dove arriva intanto punta il lanciafiamme e magari lo arrostisce, almeno un po'...
Altra carne da macello va al macello fino alla scena finale in cui l'unica sopravvissuta si butta sulla scialuppa di salvataggio trovandoci l'alieno incastonato nel muro. Non si capisce se sia incastrato, se stia morendo, se stia dormendo, se stia cagando, se si stia riproducendo. Semplicemente è lì. Poi vabè, muore.
E questi fondamentalmente erano i nodi focali della storia, quelli che a una storia segano le gambe.
E dire che la prima parte del film non era per niente stupida... la parte che ho preferito è stata quella in cui parlavano degli sfruttamenti della compagnia: quelle rivendicazioni di stampo sindacalista degli operai dello spazio danno tanto. Creano background come poche altre cose, contestualizzano i personaggi, e così sai che quando muoiono muoiono come operai sottopagati.
Ora mi sono andato a prendere anche Prometheus. Così vediamo di parlare anche di quello...



sabato 10 novembre 2012

Skyfall


Skyfall è un bel film.
Se dovessi definirlo molto in breve direi che è moderno, al passo coi tempi, con tutto ciò che in bene e in male questo comporta.
Ha dialoghi graffianti che ricordano i telefilm all'ultimo grido della tv, ma meno spacconate di classe; ha più esplosioni e meno spionaggio; non ci sono Bond girl in senso stretto e manco i gadget che hanno fatto grande la saga, ma ci sono pur sempre tante strizzatine d'occhio al passato che i fan non mancheranno di cogliere (e i non fan le coglieranno su Wikipedia oh.).
E' un film d'azione denso di sparatorie e inseguimenti. Si viaggia relativamente poco: tre quarti del film si svolgono in UK tra Londra e la Scozia, mentre c'è una non lunghissima digressione in Cina. Le ambientazioni le ho adorate, ma sono poche rispetto allo standard vecchio di un Bond girandolone.
E a proposito di questo, voglio ribadire che questo film è totalmente in linea col canone dei film d'azione di oggi, quindi chi va al cinema aspettandosi le vecchie glorie di quando c'era Sean Connery torna a casa con un pizzico di delusione. Ma giusto un pizzico, che poi il film è bello, e con le sue continue citazioni del passato va a confezionare un perfetto regalo di cinquantenario alla saga.
Direi che la recensione la potrei finire qui, ma prima di terminare vorrei ragionare su una cosa.
Ultimamente, specie nei franchise lunghi con un eroe di quelli infallibili e implacabili come protagonista (e penso a Indiana Jones e Batman oltre che a 007) si riscontra questa tendenza come se la gente si fosse rotta i coglioni di vedere il cavaliere senza macchia che vince sempre e preferisse vedere il buono nel momento della sua vecchiaia, che vince (a stento) ma scivola sulla buccia di banana.
Ci può stare sta cosa dell'eroe vecchiardo...
Ma a me non fa impazzire tanto.
Io sono un tipo semplice: il mondo ha bisogno di eroi, e quando vado al cinema a vedere l'eroe voglio vedere il trionfo dei buoni sentimenti senza tante menate, voglio una botta di ottimismo, voglio che mi si ricordi che il buono alla fine vince sempre; non vado a vedere villarzilla, l'eroe lazzaro-alzati-e-cammina, la spia che ci se ne esce la dentiera e il vigilante con le stampelle.
Trovo che film del genere abbiano un'importante funzione, tipo la maieutica di socratica memoria, ovvero che aiutino la gente a tirare fuori il meglio di sè ispirandosi ai modelli propugnati dagli eroi. Vedere l'eroe azzoppato, vecchio e politicamente scorretto non è sempre così edificante per un'anima candida come me. Ogni tanto mi ci vorrebbe un ritorno alla vecchia spensieratezza per uscire dalla infinita trafila di cinemi cupi per forza.

lunedì 22 ottobre 2012

AvX parte 2



E quindi ci avevo beccato.
Gli Avengers vincono ma fanno una figura un po' così.
Nelle battute finali Ciclope fa quasi compassione, solo contro tutti. Che alla fine non ha fatto niente di male finchè non lo hanno provocato, e aveva pure azzeccato la previsione. Ma poi è cominciato ad impazzire e vabè.
La conclusione è semplicistica al massimo. Hope è la fenice bianca ed è una forza complementare a quella di Scarlet, per cui la Summers è solo un contenitore provvisorio e rilasciando la Fenice, questa forza crea nuovi mutanti nel mondo.
Qua non c'è niente di ontologicamente sbagliato, ma la trovata mi delude.
Traendo una conclusione finale mi viene da dire che il grosso errore che sottende a questa saga è stata l'idea di mettere contro due gruppi di buoni. Ma proprio buoni. Talmente buoni che per metterli uno contro l'altro e rendere la cosa verosimile hanno dovuto far succedere cose inverosimili a cazzo di cane, snaturando personaggi e rendendo assurde le situazioni.
E' un continuo susseguirsi di personaggi buoni che gli si fa commettere una cazzata ogniqualvolta c'è bisogno di un cattivo. E' una storia di gente che dal giusto passa al torto così, perchè gli diceva core.
Detto questo passiamo ad elencare un po' di puttanate comparse dal numero sette in poi.

CAZZATA NUMERO 7 (continuano dal post prima)  LE PARTITE DI CALCETTO

A vedere la formazione dei Vendicatori mi viene da riflettere.
Che senso ha un gruppo di "eroi più potenti della terra assemblati per fronteggiare le minacce che un eroe da solo non potrebbe fronteggiare" che praticamente li contiene tutti?
Allora non è più un gruppo ma semplicemente un'adunata di superesseri messi insieme così.
Dico questo perchè mi pare che tutti i non mutanti (e anche qualche mutante) sono Avengers e tutto il resto sono X-Men e che quindi a voler fare una riflessione ulteriore, la battaglia di Vendicatori contro Mutanti si concretizza in un secondo Civil War, tutti contro tutti.
Ogni tanto sembra che alla Marvel organizzino le partite a calcetto:
destra contro sinistra (Civil War)
terra contro alieni (Secret Invasion)
supereroi contro uomiragni (Spider Island)
umani contro mutanti (AvX).
E visto che tutto si risolve sempre in un megarissone, vorrei tanto che quelli che scrivono che gli scontri di AvX sono scontri di intelligenza e non di muscoli si guardassero il Doctor Who, così poi probabilmente la pregnanza intellettuale dello show li lobotomizzerebbe e li costringerebbe ad usare i loro cervelli come vasi di fiori, invece che prendere per il culo il pubblico pagante.

CAZZATA NUMERO 8 GUERRA?!

D'ogni tanto ci sono quelle cose che ti fanno fare deskflip. Tipo l'affermazione di Namor riguardo alla guerra.
In pratica riassumento la situazione:
Ciclope si incazza per niente con Cap.
Rissa.
Ciclope diventa fortissimo e fa un sacco di cose buone.
Cap si incazza con Ciclope (non si capisce perchè.. apparentemente per invidia).
Rissa.
Ciclope sta smantellando gli armamenti, risolvendo la fame nel mondo e donando energia pulita a costo zero.
Namor gli ricorda "che siamo in guerra". WTF?
Ma è possibile che solo io abbia notato che più che una guerra Ciclope ha dato il via ad un'opera di bonifica, che poi effettivamente è la concretizzazione del sogno di Xavier-alzatiecammina?

CAZZATA NUMERO 9 LO STRANO CASO DI BENJAMIN BUTTON

Ah, si. Com'è che nel numero zero Hope è una figona adulta con due tette che fanno provincia e man mano che i numeri della saga vanno avanti questa recede allo stadio di undicenne piatta come una tavola?

CAZZATA NUMERO 10 LE SPIDER LENTI?

A un certo punto del numero nove, Spiderman, fuggito a K'un Lun assieme ai Vendicatori se ne esce con una cosa tipo "non c'è nulla di divertente nella fine del mondo".
Sarà per colpa delle lenti del costume del film di Webb che il nostro amichevole amicicio di quartiere ci vede male?
Sarò scemo io, ma di nuovo, non mi pare che Ciclope avesse dato il via alla fine del mondo (non ancora almeno). Mi pare al contrario che si stesse adoperando per fare un sacco di buone cose...
certo, posso capire che in qualità di Vendicatore Spidey si lamenti di essere stato preso a calci nel culo, ma sai, se entri nella dimora di un dio e gli rapisci l'amichetta poi non è che ti puoi stupire se ti aspetta sotto casa con la mazza da baseball...

CAZZATA NUMERO 11 ...SI CHIAMA BALAMBERO.

A un certo punto Colosso comincia a "creare balene" innestando loro degli arti da crostaceo, per poi rammaricarsi di non essersi ricordato che le balene non se la cavavano poi così bene a respirare fuori dall'acqua.
Sicchè uno perdona a Cap il fatto di aver attaccato briga e augura agli X-mammadammiilpongo di morire tra le più atroci sofferenze.
E volendo aprire una breve parentesi sul razzismo, uno potrebbe anche capire perchè l'umanità ce li guarda male, ai mutanti. eh, dai.

CAZZATA NUMERO 12 POWER PLAYER

Uno dei più grossi errori nello storytelling della saga è la potenza da power player conferita a Ciclope e soci.
In questo modo durante tutta la saga non c'è mai stata veramente battaglia tra Avengers e X-Men, data la potenza soverchiante di (cinque fra) questi ultimi.CAZZATA. Avrei preferito uno scontro ad armi pari, leale e non motivato da puttanate.

CAZZATA NUMERO 13 CI SARA' UN VINCITORE, DICEVANO...

E un vincitore alla fine non si può dire che ci sia stato, a meno che non si ritenga vincitore l'intero universo marvel tranne Ciclope.
Già da poco dopo la metà dell'opera molti X-Men sono passati a combattere contro i cinque Fenici e con l'escamotage di usare il monocolo come capro espiatorio hanno salvato capre e cavoli e ci rivediamo il mese prossimo con gli Avengers gruppo misto nonsiamorazzisti.

CAZZATA NUMERO 14 E' UNA STORIA AL SAPORE DI STRONZO

Non si capisce fino alla fine se lo stronzo sia Ciclope o se si siano improvvisamente stronzificati tutti quelli che lo circondano.
E non si capisce bene quanto dell'essere stronzo di Ciclope dipenda dalla Fenice o dalla testa di cazzo personale del mutante.
In ogni caso non riesci a non avere la sensazione entro fine saga, di non aver percepito qualcosa di stronzo.

domenica 21 ottobre 2012

AvX parte 1

Volevo farla a fine saga la recensione, ma sono a metà e ci sono così tante cose da dire che mammamia.
Innanzitutto premetto (ed è una premessa di vitale importanza) che mi sono accostato alla lettura di AvX perchè l'hanno promessa come la chiusura di un ciclo di storie partito con Vendicatori Divisi una decina di anni fa, primo dell'infilata di crossover marvel, che io posso vedere come il fumo negli occhi, ma che collezionai perchè all'epoca ero un bimbo che non sapeva a cosa andasse incontro.
Da Vendicatori Divisi sono successe tante cose: tanti gruppi vendicativi, tanti gruppi x, tante morti, tante resurrezioni, tanti lol.
Ora siamo alla resa dei conti. E sono curioso di vedere il risultato.
Sono partito preso bene.
E ora, all'alba del sesto numero su dodici ci sono talmente tante di quelle cose imbarazzanti da strapparsi i capelli e pisciare dalla finestra.
Ma proprio che è una storia scritta male. Ma male senza ritegno.
Cominciamo dall'inizio.

C'è Hope Summers, che la considerano la messia mutante e c'ha tutta una storia dietro che Wikipedia.
E questa Hope Summers, sotto la tutela di Scott Summers aka Ciclope, è la nuova ospite della Forza Fenice, entità cosmica che incarnerebbe la morte e la rinascita (fondamentalmente è questo uccello di fuoco cosmico che brucia i mondi. E fino ad ora i mondi si sono solo visti bruciare, mai rinascere).
E questa Forza Fenice si sta dirigendo verso la Terra.
L'ultima volta che la FF (che non vuol dire nè fantastic four nè future foundation) è scesa sulla Terra l'ospite era Jean Gray, moglie di Ciclope: questa per scongiurare il pericolo si è suicidata, e gli X-Men hanno patito le pene dell'inferno per combatterla.
Ah, di mutanti nel mondo ne sono rimasti un paio di centinaia dopo che Scarlet, impazzita tra Vendicatori Divisi e House of M li ha decimati; ora vivono su un'isola chiamata Utopia al largo delle coste di San Francisco.
Questo l'antefatto.
Di fronte alla minaccia imminente della fine del mondo, Cap si reca a Utopia per parlare con Ciclope, capo degli X-Men, di come affrontare il problema.

CAZZATA NUMERO 1, IL CASUS BELLI

Cap arriva da solo e in pace e domanda con gentilezza di poter prendere in custodia Hope per studiare un qualche piano in modo da fronteggiare la Fenice.
Per tutta risposta Ciclope si incazza e in un misto tra l'inizio de Il Padrino "non vieni mai a prendere un caffè a casa mia" e il classico immigrato che per ottenere quello che vuole marcia sulla storia che lo trattano da inferiore, prende e fucila Cap con una scarica di raggi dagli occhi.
Intervengono alcuni dei Vendicatori che aspettavano nelle vicinanze sull'elivelivolo ed è battleroyalerissonedabar.
Questo quindi è il casus belli della storia.
Reazioni innaturali su tanti livelli.
Innanzitutto, perchè Ciclope dovrebbe aggredire un Capitan America che arriva in pace per chiedere la sua collaborazione nella difesa del mondo (che poi è quello che anche gli X-Men hanno sempre fatto)?
A maggior ragione che dovrebbe odiarla la Forza Fenice, perchè come dice Logan gli ha portato via la moglie e ogni possibilità di essere felice nella vita (anche se a giudicare dalla sventola diamantina che si monta adesso, io così infelice non sarei...). O se non altro dovrebbe essere fottutamente spaventato dal suo ritorno, come tutti gli altri X-Men che l'hanno già combattuta una volta.
e invece

CAZZATA NUMERO 2, REAZIONI MUTANTI SCONCLUSIONATE

Ciclope (da ora in poi X-condom perchè ha un odioso costume che lo fa rassomigliare a un settebello) è convinto che la Fenice sia una forza di rinascita prima che di morte, e che quindi se sfruttata bene possa permettere alla razza mutante di rinascere. Non la vuole respingere ma accogliere.
...
..
.
Ora... io non so cosa faccia esattamente la Forza Fenice, ma qualcosa mi dice che se X-condom la vede come la risposta mutante alla pillola per la fertilità, allora si sta sbagliando. L'ho vista distruggere dei pianeti, e proprio non mi spiego come potrebbe fare in modo da far figliare il triplo le donne mutanti.
E poi... saranno pure stati decimati i mutanti GIA' NATI, ma mi pare che la maledizione di Scarlet non impedisca ad altri mutanti di nascere nel post maledizione...
vabè.
Solo a me sembra strano che il tizio a cui la Fenice ha ucciso la moglie si metta a pensare a sta cosa che "la fenice è buona la fenice è santa maronn pare che m'hanno fatto santo"?

CAZZATA NUMERO 3, FRAINTENDIMENTI

Passano un po' di tempo e un po' di cazzate minori (tipo Carol Danvers in missione nello spazio che in un numero ha bisogno di una tuta spaziale, ma qualche numero dopo può tranquillamente fluttuare tra le stelle in costume da bagno) e la rissa della spiaggia di Utopia si sposta sulla luna come l'Orlando Furioso.
La Fenice si avvicina, Iron Man costruisce un Gundam con una bomba che mina l'espansione dell'universo (cosa che in teoria dovrebbe fermare l'uccello) e dopo averla sparata che succede?
Che invece di impossessarsi di Hope, la Fenice si impossessa degli X-Men. Di tutti gli X-Men (ok, solo dei cinque presenti sulla luna).
Pro: almeno migliora il vestito di X-condom
Contro: ANDIAMO, BISOGNA ANCHE SPECIFICARLI I CONTRO?
Ora gli X-Men, che fino a mo avevano giocato la parte dello "sporco negro" dell'universo marvel, ovvero facendo la parte di quelli ghettizzati e trattati da inferiori (per quanto uno voglia trattare da inferiori dei telepati, degli immortali, gente che vola e simili) che marciano sulla cosa per far passare da stronzi gli altri, improvvisamente si trasformano in dei che regalano all'uomo fonti di energia pulite, smantellano gli armamenti, risolvono la fame nel mondo e cose così.


CAZZATA NUMERO 4, REAZIONI UMANE SCONCLUSIONATE


Gli umani di fronte a cotanto splendore e cotal problem solving che fanno? Si impauriscono o si incazzano.
Ed effettivamente non puoi che dargli ragione (per quanto tale reazione sia totalmente campata per aria), perchè nonostante stiano facendo del bene, gli uomini di X-condom (e X-condom stesso in particolare) ti sembra comunque che abbiano un retrogusto allo stronzo.
Qualcosa puzza e c'è del marcio in Danimarca.
Sarà perchè effettivamente X-condom è un'emerita testa di cazzo o sarà qualcosa di più?

CAZZATA NUMERO 5, IL DECLINO DEI VENDICATORI

C'è Capitan America che pesta un commilitone. E, ora... Capitan America pesta. Ma è un soldato, e il suo personaggio è modellato sui valori e sul senso dell'onore. E mi capite se dico che Capitan America che pesta un commilitone significa snaturare completamente il personaggio, come Spiderman che dice "my parents are dead" e Batman che combatte sfottendo e raccontando barzellette. Come Tony Stark che non rimorchia o un Thor nero invece che biondo con gli occhi azzurri.
Ma la cosa è generalizzata: non si capisce perchè ma una volta che Fenice si impossessa degli X-Men e questi si riprendono Hope (che sembrava il tassello più importante di tutta la vicenda invece non valeva un cazzo e se lo dice pure lei stessa che è una vittima nella storia come tutti quanti gli altri), i Vendicatori si incazzano e fanno per andarla a rapire mettendo a repentaglio le loro vite contro i cinque X-dei perchè praticamente Capitan America è invidioso dei nuovi poteri di X-condom.
IL CAPITANO. E'. INVIDIOSO.
Ma dio fagiano, allora ditelo che sotto quella maschera c'è Norman Osborn e non Steve Rogers, su.
Che poi al di là dello stravolgimento nel personaggio di Cap, CHE SENSO HA NELL'ECONOMIA DELLA STORIA CHE I VENDICATORI VADANO IN MISSIONE SUICIDA PER RAPIRE LA RAGAZZA CHE DOVEVA OSPITARE LA FENICE MA CHE NON CE L'HA PERCHE' E' ENTRATA NEGLI X-MEN E QUINDI SE IL MONDO E' IN PIEDI E ANZI PROSPERA A MANETTA L'EMERGENZA E' SVENTATA E PER QUESTO, RIALLACCIANDOCI ALL'INIZIO, A CHE CAZZO SERVE?

CAZZATA NUMERO 6, SI INTUISCE UNA FINE

Perchè compare Scarlet che si prende Hope... e si intuisce già che Scarlet leverà agli X-dei i poteri di Fenice e tutti a posto felici e contenti.

Io mi lancio in un'ipotesi sulla fine della storia, e vediamo se ci becco:
Vincono gli Avengers, se non altro perchè dei due sono quelli che hanno battuto ogni record possibile e immaginabile al botteghino e hanno sverginato il fenomeno dei fan occasionali e finanche le fangirl ci fanno le caricature su facebook ecc.
Ma gli X-Men ne escono un po' vincitori morali (così è più facile riabilitarli nelle prossime storie) e quindi si fanno passare gli Avengers un po' come dei cinici bastardi.
Vediamo se ho ragione.


Ps: trovo imbarazzante sta cosa di includere negli Avengers anche eroi appartenenti ad altri gruppi... vedere Wolverine il vendicatore combattere contro gli X-Men con la divisa degli X-Men è imbarazzante

sabato 20 ottobre 2012

Ho imparato...



Ho imparato che i Led Zeppelin sono la band migliore di sempre e il caso è chiuso.
Ho imparato che il modo migliore per ascoltare la musica (se non l'unico che abbia veramente senso) è con l'impianto sonoro di un cinema che ti sfonda orecchie cervello e cuore.
Ho imparato che in effetti farei soldi se mettessi in piedi una sala cinema dove pagare un prezzo simbolico di euri due solo per ascoltare i grandi dischi della storia dell'uomino.
Ho imparato che Jason Bonham è bravo proprio come il babbo. Quel che si dice un figlio d'arte. Nel senso che Bonzo l'ha fatto ad arte.
Ho imparato che la vecchiaia ha il suo fascino, eccome se ce l'ha.
Ho imparato a distinguere chi suona per timbrare il cartellino e chi suona che proprio ci si trova, chi si diverte.
Ho imparato la sensazione delle fangirl moleste di Twilight che parlavano al vampiro nonostante fosse un riflesso su un muro. Se non altro perchè anche io saltavo sulla sedia, applaudivo e parlavo con Plant e combriccola.
Ho imparato la potenza di una musica che ti trascina talmente tanto da farti dimenticare che non sei a un concerto e la sofferenza di quando torni coi piedi per terra, e col culo sulla poltrona, e con la mano sui pop corn, e...
Ho imparato che ho una morosa stupenda, se non altro perchè spende dieci carte per farmi compagnia all'evento nonostante abbia mal di testa e le interessi poco, e che si accontenti di farsi coccolare e strapazzare da un moroso entusiasta che poi sarei io.
Ho imparato la lezione che i Led Zeppelin hanno dato alle band minchia di oggi. Due ore piene di una lezione di vita che non mi scorderò in una scala da uno a Gianni Golfera.
Ho imparato che se il mercato del disco è in crisi è perchè non si fanno più i dischi di una volta, che se c'era qualche band che faceva un disco di portata storicomusicale come quelli degli Zeppelin, dei Pink Floyd, degli Stones, dei Beatles, dei Dire Straits e via discorrendo, allora si che me lo andavo a comprare altrochecazzi, mica me lo scaricavo. Forza Foo Fighters.
Ho imparato che grazie a Dave Grohl Page e JPJ hanno risuonato insieme per una sera, quindi grazie Mr Rock'n'Grohl, con la speranza di poter replicare la cosa (ed esserci).

Ma soprattutto, ho imparato una cosa.
Che Celebration Day dei Led Zeppelin è il film con la trama meglio scritta degli ultimi 20 anni.
E chi non si compra il bluray è jarusu puppu.

venerdì 31 agosto 2012

Quale scempio, questi libri non si srotolano...

... disse il saggio giapponese quando vide un libro europeo.
Avevo già parlato di libri e e-libri QUI, ma ne riparlo sull'onda dell'entusiasmo per QUESTO post di un amico il quale a sua volta scaturisce da QUESTA dichiarazione di Umberto Eco.

“I libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico.
Sono fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in banca, anche là dove non ci sono spine elettriche, anche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchi
a quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, […] ci ricordano che non li abbiamo ancora letti, si leggono tenendo la testa come vogliamo noi, senza imporci la lettura fissa e tesa dello schermo di un computer, amichevolissimo in tutto salvo che per la cervicale. […] Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta”


Leggendo queste righe mi viene in mente di riflettere su una dicotomia del libro, quella che vede opporsi la parte tangibile del contenitore di carta e quella intangibile della storia che la carta contiene.
Ma parlerò di questo fra poco. Per ora voglio limitarmi a fare una simpatica quanto stimolante analisi sull'intervento di Eco-eco-eco, partendo per esempio dall'elencazione di tutti i verbi che usa riferendosi all'oggetto libro.

Leggere

Prendere in mano

Sottolineare

Sopportare (orecchie e segnalibri)

Essere lasciati cadere

Essere abbandonati aperti sul petto

Stare in tasca

Sciupare

Ma soprattutto io farei notare come all'inizio  Eco-eco-eco premetta che i libri SONO FATTI e che non dica mai che i libri SONO SCRITTI, per qualcosa piuttosto che qualcos'altro.
Cosa che secondo me la dice lunga su come  Eco-eco-eco concepisca il libro.
Per trarre una conclusione dall'elenco di verbi e passare a sviscerare questa dicotomia, vorrei far notare come di 9 verbi solo due volte ricorra LEGGERE, una volta come prolungamento di LIBRO DA e quindi non come verbo leggere vero e proprio, e una seconda volta per parlare DELL'ORIENTAMENTO DELLA TESTA DEL LETTORE QUANDO LEGGE (ma perchè scusa, come cazzo legge Umberto Eco, a testa in giù?).
Tutti gli altri verbi sono altre azioni che, abbiate pazienza, con un libro non c'entrano una beneamata minchia.
Io, ingenuamente, ho passato 20 anni della mia vita a pensare che i libri si leggessero, non che si facessero cadere. Soprassediamo anche sul tipo di azioni che  Eco-eco-eco sembra fare coi suoi libri (sciuparli? perchè? sottolinearli? ho conosiuto una sola persona nella mia vita che sottolineava dei romanzi. Stare in tasca? Giusto Urania e Harmony stanno in tasca; i libri giapponesi li fanno seriamente tascabili; e costano sui 3 euro, per inciso.) ma focalizziamoci sul fatto che nessuna di queste implichi direttamente l'entrare in contatto con la storia che il libro contiene.
A QUESTO PUNTO ARRIVIAMO FINALMENTE A DISSERTARE DELLA DICOTOMIA.
Ovvero:
Voi intendete il libro come un insieme di fogli di carta o come una STORIA contenuta su un insieme di fogli di carta?
Io sono per la seconda,  Eco-eco-eco invece sembra essere per la prima.
E questo secondo me fotografa una realtà, che è quella del lettore medio italiano (e forse mondiale, ma non mi lancio a parlare di cose che non so) che vede le librerie gradualmente scomparire, ma si accontenta dei dituttounpo' Feltrinelli, perchè vive l'ambiente del libro come una passerella per farsi vedere durante lo struscio del sabato pomeriggio e farsi riconoscere come gente di cultura, dato che ti fai avvistare al negozio di libri (che poi magari non comprano niente, o comprano un gioco della play al figlio).
Diceva qualcosa di simile anche Francesco Dimitri tempo addietro: in Italia abbiamo questa turba che è più importante l'oggetto libro che il contenuto storia. E la gente punta a fare bella impressione su altra gente comprando un sacco di libri per ostentarne la quantità, ma che poi probabilmente non li leggerà mai.
Eco-eco-eco, dietro al suo essere la solita vecchia cariatide da liceo classico che va sbandierando la sua relazione complicata con l'informatica come fosse un vanto nasconde una tendenza ancora più agghiacciante, che assume una carica ancora peggiore se a sdoganarla come sua è uno scrittore, che è quella di DARE PIU' IMPORTANZA AL CONTENITORE CHE AL CONTENUTO DI UN LIBRO.
In tutto ciò l'ebook è un po' il ninja della situazione, SILENZIOSO MA EFFICACE. Non è un'azione clamorosa premere un pulsante per scaricare un ebook, almeno non come uscire con la pila di libri dalla Feltrinelli al sabato pomeriggio di cui sopra, ma di solito chi compra o scarica un ebook lo fa non perchè ha bisogno di un soprammobile, ma perchè ha voglia di leggere qualcosa.
L'avvento dell'ebook per me rappresenta LA RIVALUTAZIONE DELL'IMPORTANZA DEL CONTENUTO STORIA a scapito di chi un libro lo compra in base alla pura e semplice logica dello shopping.

In conclusione dunque mi arrischio a interpretare i possibili perchè dell'uscita di  Eco-eco-eco...Essendo lui uno di quegli scrittori non proprio nazional-popolari ma comunque noti, che legano al proprio nome la fama di intellettuali, trova il suo target esattamente in quella fetta di popolazione che ci tiene che si sappia che sono gente colta e si fanno vedere in libreria a comprare libri come i suoi. Può essere che l'ebook non gli vada a genio proprio perchè perderebbe questa fetta di compratori (leggi vecchie cariatidi) legati alla libreria.

Oppure vuoi che sia perchè ha ancora il dentino avvelenato per colpa di Rrobe?


mercoledì 29 agosto 2012

Forse sarebbe meglio un po' più di mistero

Sarà che sto crescendo, maturando e tutte quelle belle cose che gli adulti dicono ai ventenni, ma è un periodo che un po' tutto mi sa di già visto e la prevedibilità generale di molte delle cose che mi circondano mi annoia a morte.
Meditando su questo assunto ho riflettuto un po' su Facebook.
Vorrei rimuovere il mio account ma ora come ora non lo vedo possibile, e perchè mi permette di comunicare con gente con cui altrimenti non comunicherei, e perchè mi permette di guardarmi le foto della mia ragazza senza dover intasare la cartella immagini del pc, e perchè ho bisogno ogni tanto di un po' di sano esibizionismo.
Perchè rimuovere il mio account?
Perchè fondamentalmente Facebook mi annoia.
E dire che Facebook mi annoia equivale a dire che mi annoia la gente che lo popola, dato che il social network di base è un contenitore vuoto.
Le mode che passano e che vanno, i demotivational che poi diventano meme, i 30-giorni-di che poi diventano le fiabe personalizzate, tutti che si fanno lo stesso genere di foto, le finte polaroid di instagram, le frasi fatte, gli inviti a cose che non ti interessano, gli scocciatori che sembra che ti tengano le poste quando ti connetti, un sacco di gente che dice stronzate, troppa poca gente interessante e... insomma...
io ho questo tratto del mio carattere, che guardo con sguardo clinico le cose che ho intorno, le inquadro, e quando succede è la fine perchè quando comincio a prevederle, mi sembrano ripetitive ed è un attimo che mi vengano a noia.
Facebook è una sorta di diario segreto aperto a tutti.
Noi ragazzi mettiamo a nudo i nostri sogni, i nostri ricordi, le nostre passioni su quel coso.
E mi è venuto da pensare che se qualche anno fa mi esaltavo di fronte a qualcun altro che conosceva gli Street Sharks perchè scoprivo di non essere l'unico, ora grazie a FB abbiamo scoperto che siamo proprio tutti uguali, che nessuno è unico per un cazzo. Che tutti quelli della mia generazione hanno fatto più o meno le stesse cose, hanno gli stessi ricordi, giocavano con gli stessi Pokèmon e via dicendo.
E sì all'inizio mi esaltavo per sta cosa... ma più ci penso e più trovo che sia agghiacciante.
E se uniamo tutto ciò al fatto che sempre più spesso capita di essere logorroici sulla rete e semimuti in società la sensazione sgradevole si intensifica.
Forse sarebbe meglio un po' più di mistero, da parte di tutti.
Così che conoscere le persone, al di là dello schermo, ridiventi un'attività più interessante; e nel dirlo penso alla generazione dei nostri genitori, una schiatta di perfetti sconosciuti a cui il mondo ha regalato la magia di scoprirsi l'un l'altro da zero.
Forse ci sarebbe più gente unica e meno gente omologata.
Forse il mondo mi risulterebbe meno prevedibile e la gente più interessante.

Il reboot DC è...


Eccoci qui per il secondo atto di quella che mesi fa impostai come la raccolta delle mie impressioni sul reboot DC.
Pareva che lo volessi mollare per motivi economici e lanciarmi sulle scan, ma mi è capitata improvvisamente una fumetteria sotto mano quando meno me lo aspettavo e mi sono recuperato i numeri 2 e 3 delle testate che avevo già recensito QUI.
E il verdetto è…
Non è ancora finito nessun arco narrativo.
Mi sono ricreduto su alcune cose, ne ho capite altre e ne ho apprezzate altre ancora.
Ad esempio la tanto blasonata Justice League di Johns e Lee mi sta lasciando la stessa sensazione di quando fumi una Pall Mall Azzurra dopo una vita che fumi Marlboro. Grosse premesse, gran bei disegni, per una lettura piuttosto scialba e scevra di contenuti che ti sembra di non aver letto niente ma comunque il tempo è passato: ancora al numero 3 non si è conclusa la fase di reclutamento e non è praticamente successo niente. Uno la continua per la curiosità di vedere che succede, perché per ora non è ancora successo niente. Non ho ancora perso la fiducia in questo fumetto, ma è un po’ il Bleach della situazione.
La JL International invece l’ho rivalutata di brutto: è una storia con un capo e una coda, una struttura, dei personaggi (reclutati entro il primo numero), dei colpi di scena, tanta azione e tante implicazioni stimolanti. Ha preso una piega che apprezzo.
Hawkman pure lui ha dei disegni belli ma la storia non eccelle. Comunque ne ha una, di storia.
Il mensile di Superman mi aveva esaltato parecchio, ma i due nuovi numeri sono retrocessi nella mia classifica personale. Action Comics di Morrison non ha una consequenzialità di episodio in episodio: il primo era bello (e aveva anche un contesto), il secondo ci mette un numero intero a fare una cosa che 30 anni fa avrebbero fatto succedere in un paio di pagine (dove però certe vignette si salvano), il terzo proprio non lo capisci ed è slegato dal resto. Il primo capitolo mi piaceva, ma se si mantiene su questa linea comincerò a pensare che il buon Grant non si sia drogato abbastanza stavolta. In compenso anche qua, la testata Superman, che mi aveva annoiato l’ho rivalutata. Intendiamoci, mi annoia ancora (ha un pattern molto molto molto definito e prevedibile quando hai letto almeno due episodi) ma se non altro c’è un po’ di sana azione supereroica e va bene. Trame anche qui slegate di episodio in episodio anche se si riscontra un tentativo di rendere organico il tutto mediante una sottotrama.
Supergirl… il secondo episodio è un prolungamento del primo, uguale al primo, e il terzo ha una svolta. Fosse pubblicato su un fumetto dedicato però non lo comprerei.
Lanterna Verde è DA SBALLO.
C’erano state grandi premesse nel primo numero, per quanto riguarda tutte e tre le testate, e nessuna di queste viene sputtanata. Trame avvincenti che non ce la fai ad aspettare il numero successivo, colpi di scena, iperboli e consequenzialità negli episodi. Questo sono determinato a portarlo in fondo (almeno i primi archi narrativi).
Poi c’è Batman. E il bello di Batman è che qualunque cosa gli succeda intorno (reboot, crossover, universi paralleli, what if) è sempre bello, perché è bello il personaggio, al di là di quello che gli si scrive intorno.
Il 2 e il 3 sono bei numeri, ma un po’ mindfuck, perché degli input lanciati alla fine di Batman 1 e Detective Comics 1, in questi albi sembrano essersi perse le tracce, tanto che hai bisogno di andarti a rivedere cosa hai letto prima per assicurarti che veramente si tratti della prosecuzione del numero uno.
Ma come si diceva Batman è sempre Batman, ed è veramente una figata.

In fin dei conti questo reboot non è niente di che. Carino ma trascurabile.
La cosa bella è che diversamente dalla Marvel ho visto più supereroi in maschera che superminchioni inborghesi. Ho apprezzato.


Ps: seriamente… CI SONO DEI CAZZO DI ALIENI OVUNQUE! Sono praticamente i cattivi in ogni storia.


Il cerchio si chiude


Premetto che sono un grandissimo fan di Naruto. Non voglio ripeterlo.
Ma oggi sarò critico.
Si, perchè ho appena finito di leggere questo capitolo in cui dopo anni (almeno quattro o cinque facendo un calcolo approssimativo) il cattivo si leva la maschera, e sebbene l'evento sarebbe dovuto essere fonte di giubilo, io non l'ho vissuto con tanta allegria.
Piuttosto con apprensione e paura.
E con quell'espressione in viso archetipica del classico francese di Pepe le Pew, tipica di chi nasa la puzza di merda... 



 questa per intenderci.
Perchè?
Tanto per cominciare il titolo del capitolo:
OBITO UCHIHA.
Che rivela l'ovvio. Quello che andavo dicendo da anni. Quello che immagino pensassero un po' tutti ma che alla lunga si erano convinti di no. Quello che secondo me all'inizio lo pensava anche Kishimoto, poi per un po' ha cambiato idea e poi l'ha ricambiata ancora e quindi eccoci qua. Quello che dai, diocane, TOBI - OBITO. ESSU'. Anche l'indizio c'era...
Me ne lamento? Ni.
No perchè era così che doveva essere alla fine, e se fosse stato altrimenti si sarebbe rovinato qualcosa.
Si perchè non capisco tutti sti anni di mistero sull'identità del tipo.
Sempre rimanendo in tema di titolo la prima cosa che ho pensato è stata "ok, era lui, lo sapevo, ma mi ha rovinato la sorpresa, eccheppalle".
Perchè in effetti a ben pensarci il peggior modo per rivelare un segreto è quello di scriverlo nel titolo. Tipo la morte di Ace sul numero in cui muore Ace. Non è propriamente uno spoiler, perchè il capitolo/volume ce l'hai in mano e te lo stai per leggere, però fanculo, ti sei già sputtanato il bello.
Poi l'impianto dell'intero capitolo.
Credo sia tra i peggio riusciti del povero Masashi.
Lo scorso capitolo è finito col climax di un combattimento all'ultima supertecnica tra naruto e Tobi(to); questo invece comincia con il titolone OBITO UCHIHA e il faccione in primo piano di OBITO UCHIHA che corre tirandosi dietro un flashback lungo tutto il capitolo, in cui Kishimoto si è dimenticato i baloon a casa che doveva andarli a prendere ma c'era traffico e non ha fatto in tempo e basta.
E i flashback in genere Kishimoto li usava bene: erano lunghi il giusto, ed avevano un senso, come ad esempio quello di farti affezionare a un personaggio (prima di vederlo crepare in battaglia, così da fartici stare peggio) o di tirare fuori dei segreti su cose e persone.
QUESTO NO.
Non ha senso, ed è troppo breve per averne, ma troppo lungo ai fini dell'economia di un capitolo che a conti fatti nel tempo della storia ci offre solamente l'immagine di Tobi(to) smascherato e un capitan ovvio che dice MA MA MA MA TU SEI OBITO UCHIHA (you don't say, dopo il titolone).
Però tutto sommato un'utilità il titolone col flashback ce l'ha, perchè quando Tobi(to) si smaschera, ha una faccia totalmente anonima, che potrebbe essere chiunque cambiandogli pettinatura, ma che con la pettinatura che ha sembra Naruto adulto colorato sbagliato. E se non me lo diceva nessuno che quello era Obito io potevo anche non arrivarci... se si aggiusta i capelli del resto anche Kiba ha quella faccia!
E poi vabè, ha un'enorme cicatrice sulla parte della faccia dove non dovrebbe avere una faccia.
Che bello, ora si è chiuso un altro cerchio: dopo tutte le rivalità e i parallelismi, tirati o meno
Hashirama Madara
Senju Uchiha
Sarutobi Danzo
Jiraiya Orochimaru
Naruto Sasuke
ora finalmente anche il buon Kakashi ha la sua nemesi che prima erano amici ma poi prende la sbandata e quindi non più.
(sottotitolato "eccheppalle, non sei mica per niente scontato, no, no" alla pagina 777 di mediavideo).
Ora resta da capire:
a) come è sopravvissuto
b) come è diventato forte
c) come è divenato cattivo
E possibilmente vorrei una cosa senza forzature, grazie. Che sono anni che ti compro il fumetto, facevo le medie quando ho cominciato. E sossoldi.
Ed è proprio a questo proposito che percepisco la puzza di merda:
nel flashback si avvertono i prodromi di una depressione Tobitiana nata dall'amore non corrisposto per il componente femminile inutile comparso due volte in un manga di 70 volumi stimati del team di Kakashi messa lì solo per fare numero.
Ora.
SE VA A FINIRE CHE TOBI(TO) DIVENTA CATTIVO PER VIA DELL'AMORE NON CORRISPOSTO DI UN PERSONAGGIO CHE DEFINIRLO DI CONTORNO SIGNIFICA FARGLI FARE UNA SCALATA SOCIALE, E DEL COMPLESSO DI INFERIORITA' NEI CONFRONTI DI UN PERSONAGGIO CHE PUO' USARE UNA SOLA TECNICA A BATTAGLIA PERCHE' POI RESTA PARALIZZATO ALLORA MI INCAZZO.
SE VA A FINIRE COSI' VUOL DIRE CHE TOBI(TO) E' IL COSA-SAREBBE-SUCCESSO-SE-NARUTO-AVESSE-PRESO-LA-STRADA-CATTIVA E CHE KAKASHI E' IL RISPETTIVO COSA-SAREBBE-SUCCESSO-SE-SASUKE-AVESSE-PRESO-LA-STRADA-BUONA (che c'hanno pure la stessa tecnica Kakashi e Sasuke).
Naruto ci si sta ripiegando un po' troppo su sti parallelismi del cazzo, a mio parere.
Avrei quasi preferito che fosse un personaggio inventato di sana pianta per il ruolo piuttosto che la classica vecchia conoscenza.

RIFLESSIONE FINALE:
Amo Naruto, lo amo con tutto il cuore.
Lo amo perchè ci sono cresciuto insieme e questo l'avrò già detto un sacco di volte.
Ma se non leggessi Naruto da quando ero un boccia, e se non ci fossi cresciuto insieme, sviluppando per questa storia anche un certo valore affettivo, io un manga che mi fa cose del genere dopo che l'autore sono più di 10 anni che la mena non lo potrei tollerare. Sarebbe proprio da rogo sulla pubblica piazza e richiesta di risarcimento morale all'editore.
Naruto va bene perchè oramai è cominciato e questa è la naturale evoluzione di una serie di situazioni elaborate negli anni passati, e se la cosa si sviluppasse in maniera diversa non sarebbe coerente, per questo finisco per dire che in fondo MI PIACE. Ma solo per questo.
Finito Naruto ho chiuso con roba del genere.
(Barac, è questo ciò di cui ti parlavo ieri sera dicendo che oramai i fumetti mi annoiano, generalmente. E' tutto così fottutamente prevedibile...)

lunedì 27 agosto 2012

Meglio

Durante l'estate ho letto il manga di Full Metal Alchemist.
Questo post è l'elenco dei perchè è uno shonen ma migliore degli altri.

1) 27 numeri
Ha una fine. Questo manga ha una fine contrariamente alla stragrande maggioranza degli shonen che li cominci e non sai se e quando li vedrai finire. Ciò invoglia alla lettura sia per questioni economiche (sai con certezza quanto vai a spendere -se spendi-) sia dal punto di vista squisitamente narrativo: chi si approccia a FMA non si avvicina ad un'opera incompiuta ma è come se leggesse un romanzo, dalla prima all'ULTIMA pagina.

2) Storia coerente
Tutti a incensare One Piece come il miglior manga di sempre. Tutti a incensare One Piece come il miglior manga di sempre da quando One Piece ha cominciato a fare i milioni di copie in Giappone ( hmm...). Si, OP è un buon manga, ma secondo me lungi dall'essere il migliore. Dal punto di vista della struttura narrativa è una burletta, lasciatemelo dire.
Io preferisco manga come Naruto, o appunto FMA, i quali hanno una storia unica e coerente, fatta di tanti fili, trame e sottotrame, che poi si ricollegano in ultimo. Manga come OP e Fairy Tail invece hanno una struttura a semplici saghe concatenate che formano tante unità a sè stanti (Oda una storia di fondo per il suo manga se l'è inventata al numero 45 ed è comunque molto rarefatta): io adoro paragonare manga del genere ad un rosario, in cui le varie saghe/isole sono le perle e la corda che le lega è una pallida storia di fondo.
Perchè ritengo che un'impianto del genere sia una mezza presa in giro per il lettore?
Bè perchè uno potrebbe andare avanti all'infinito aggiungendo saghe su saghe su saghe finchè non si stufa, e questo non è sintomo di bravura. E' facile tenere le redini di una storia che riemerge ogni venti numeri, perchè mentre il lettore legge con tempi dilazionati, cosa che gli conferisce un'impressione di tempo che passa, l'autore può avere l'idea della storia completa fissa in mente ed allungare il brodo con bolle dilatabili a piacere che sono le singole saghe. Un autore che lavora così non crea un vero e proprio impianto narrativo, semplicemente accatasta storie slegate tra loro.
La vera bravura di un'autore si vede quando la storia non è composta da saghe potenzialmente leggibili in modo indipendente, ma da una singola storia coerente, per quanto complessa.
FMA è un esempio di questa seconda categoria.

3) Non svacca
FMA ha una sua natura, e quella rimane dall'1 al 27.
Ci sono momenti in cui il manga potrebbe prestare il fianco al genere dei combattimenti, ma fondamentalmente non è un manga di combattimento e quindi niente megabattaglie epocali. Quello che più ci si avvicina sono guerre nel senso di "soldati che si sparano" e duelli che si risolvono con qualche formula alchemica e che non durano mai numeri su numeri.
Era da tanto che non vedevo un manga così fottutamente coerente.
Pensateci:

- DRAGON BALL
doveva essere: una rilettura umoristica della leggenda cinese del viaggio in occidente
è: BOTTE
-NARUTO
doveva essere: una storia di ninja.
è: il ninja è una spia, un assassino silenzioso, mentre i personaggi di Naruto sono quanto di più appariscente il fumetto giapponese possa offrire. BOTTE

-BLEACH
doveva essere: un manga sugli dei della morte del folklore giapponese, vestiti da samurai e con la katana.
poteva essere un manga sul folklore giapponese, o poteva diventare un manga di cappa e spada.
è: niente di tutto questo. BOTTE senza senso.

-ONE PIECE
doveva essere: un manga sui pirati.
è: in sessantaquanti numeri voialtri avete mai visto l'arrembaggio di una nave o la mappa di un tesoro? BOTTE

-REBORN
doveva essere: commedia scolastica
è: BOTTE

Fondamentalmente tutto si risolve con le botte prima o poi. Se il manga va bene sono botte, se il manga va male sono botte. Sempre botte.
Se i manga degli ultimi tempi fossero dei videogiochi sarebbero tutti dei picchiaduro fottutamente uguali ai quali cambierebbero solo gli sfondi dietro. Stanno perdendo progressivamente tutte le loro caratterizzazioni in favore del concetto semplice e semplicistico delle "mazzate sempre e comunque".
FMA si discosta dal modello.

4) Niente è inutile
Come in Doctor Who niente è inutile, e un dettaglio marginale che vedi nella prima stagione e pensi sia fine a se stesso e buttato lì te lo ritrovi ripreso (e importante) a distanza di anni. In FMA se si vede una pistola puoi stare certo che spara. E così anche personaggi secondari e antipatici che vedi nei primi capitoli va a finire che hanno una loro parte importante nelle epiche battute finali. Quello che si vede, poi si rivede e se ne scopre l'utilità, e a fine storia hai questa piacevolissima sensazione che ogni cosa, anche i soprammobili, sono i tasselli di un puzzle che alla fine vanno tutti al loro posto, parte di un disegno più grande che si completa alla fine del numero 27.

5) Niente power up
Grazie a dio non ci sono power up, quindi nessuna armatura più figa per Al, nessun superbraccio per Ed, nessuna supertecnica alchemica, niente onde di energia, capelli all'insù e cose così.
I protagonisti vanno avanti con gli stessi poteri dall'inizio alla fine del racconto, e l'unica cosa che cambia in loro è il modo di porsi nei confronti della vita. La ricerca dei fratelli Elric è una ricerca di tipo intellettuale, non della forza o del potere supremo. E gli ostacoli vengono sormontati sempre con l'intelligenza, mai con la forza bruta.


6) Personaggi
I personaggi sono tanti, tutti quanti caratterizzati, alcuni stereotipati ma che non stonano e non lasciano la sensazione di già visto. FMA dà una grande lezione a manga come Bleach o One Piece che scaraventano in faccia al lettore valanghe di così tanti personaggi che alle volte devi aspettare il databook per conoscerne il nome dato che non c'è neanche spazio per chiamarli una volta.
Da un certo punto del manga in poi si scatena una tale infinità di sottotrame e di fili che legano gli uni agli altri che cominci a sentirti seriamente preso emotivamente dalla storia.

7) Disegni chiari
I disegni sono chiarissimi, sempre comprensibili, e non disturbano.
Si alternano design da bambina gnegne a orrori gotici che mammamia.
Niente arronzature in nome della velocità di esecuzione o di uno stilema forzato e posticcio.

domenica 8 luglio 2012

Wannabe Marvel Fan



Una volta l'acquirente era scoraggiato ad acquistare Marvel per via di un passato molto ingombrante. 
Oggi uno è scoraggiato dal presente e dal futuro più che dal passato.
Personaggi che si avvicendano sotto gli stessi costumi, finte morti cicliche, 4-5 testate dei Vendicatori con 50 gruppi diversi (uno per stato degli USA), imprecisati gruppi di X-men con millemila personaggi che è difficile stare al passo.
Mi trovo nella posizione di wannabe marvel fan, che però non ci riesce...

Un'altra cosa: avete notato il circolo vizioso delle ispirazioni?
Fate caso al costume di Capitan America in questa foto per esempio... è uguale uguale a quello del film.
Ho realizzato che la Marvel ha questa tendenza a fare cose tipo:
-voglio svecchiare l'Uomo Ragno
-lancio Ultimate Spiderman, testata giovane con taglio quasi telefilmico e tanta attenzione alla vita di Parker come teenager nel nuovo millennio
-fa successo
-allora adeguo anche la testata originale dell'Uomo Ragno alle stesse tematiche per cui compare su Amazing Spiderman lo stesso taglio telefilmico e la stessa attenzione alla vita di Parker imborghese, tra lavori e fidanzate.
Risultato è che se le due testate avevano ragion d'essere in virtù di un diverso approccio allo stesso supereroe, la cosa si fa scialba quando le tematiche si appiattiscono sulle stesse linee guida.
Stessa questione per i film:
-Marvel fa un film sul supereroe
-le testate fumettistiche legate a quel supereroe guadagnano visibilità
-se il film fa successo le testate legate a quel supereroe subiscono delle modifiche mirate a rendere il fumetto più simile al film (vedi appunto il costume di questo Cap).

Ho sempre pensato allo scrivere storie come al fare un film a budget illimitato.
In una storia a fumetti puoi far sembrare figa una calzamaglia rossa e blu, puoi far sembrare verosimile che bastino degli occhiali per proteggere l'identità segreta di un eroe, puoi inscenare invasioni aliene, morti, resurrezioni, luci, puoi rendere l'impossibile possibile.
Perchè ridursi a scimmiottare un film che scimmiotta il fumetto originale?
Perchè far diventare delle vecchie glorie dei fumetti nient'altro che il surrogato di un surrogato?
Lo so, la risposta a tutte le mie domande è sempre quella, SOLDI, però io sono ancora tra gli idealisti che credono che i soldi si facciano soprattutto con la qualità piuttosto che con le operazioni pubblicitarie...


venerdì 6 luglio 2012

Amazing Spiderman Reprise

Pubblico ora un commento molto lungo che ho fatto su facebook, in una conversazione con tanti detrattori del film di Spiderman. Pensavo di aver già detto praticamente tutto quello che avevo da dire sul film e su come è stato accolto, ma sull'onda dell'emozione sono riuscito a esprimere nel pezzo che segue un'idea che mi ronzava indistinta per la testa ma non riuscivo a tirar fuori per bene.
Fondamentalmente mi sono posto la domanda "ma perchè i criticoni del film per la maggior parte affermano di essere cultori della controparte fumettistica?"

Questa è la risposta:

lasciate che vi spieghi perchè penso che le critiche rivolte ad Amazing Spiderman siano critiche da checcheisteriche del cazzo.
novanta su cento della merda arriva da personaggi che si dichiarano fan della figura di Spiderman e lettori di vecchia data del fumetto.
e già mi soffermerei sul "lettore di vecchia data del fumetto" che volendo leggerlo un po' tra le righe nascone un accenno dell'atteggiamento "did it before it was mainstream", naturale conseguenza del quale è per l'appunto criticare qualcosa che è diventata popolare.
ora però analizziamo cosa dovrebbe comportare l'essere lettori di vecchia data dell'uomo ragno.
io per forza di cose non posso dire di esserlo, perchè avendo 20 anni tante cose me le sono perse, però i fumetti li leggo da 10, e per essere un ventenne mi vanto di avere una discreta esperienza in merito visto che ci sono dentro da metà della mia vita.
io da lettore del fumetto mi sento di affermare che questo Spiderman è molto più simile alla controparte fumettistica che non quello di Raimi, che sembrava un Superman col costume sbagliato.
in base a cosa lo affermo?
faccio un paio di esempi recenti:
è uscito da poco in edicola e fumetteria il primo numero di una raccolta di storie del ragno risalenti agli anni 80 scritte da Roger Stern. la prima storia di queste è allo stesso tempo di un'ingenuità e di un'arguzia interessanti.
il concetto è semplice: spiderman deve difendere madame webb dall'assalto del fenomeno, il quale è come un power player in un gioco di ruolo ed è inarrestabile. una volta individuata la vecchia veggente questo parte in linea retta e non c'è ostacolo che lo possa fermare: cammina sul fondo dell'hudson e non annega, risale in superficie, sfonda palazzi, lancia macchine, la ragnatela non lo ferma ecc.
insomma si fa di tutto per far capire al lettore che spiderman non sconfiggerà mai l'avversario con la sola forza, ma avrà bisogno di astuzia (e già questa è una cosa di cui si sentiva la mancanza nei film di raimi ma in webb si vede).
ci sono tante pacchianate in questa storia, come spiderman che crea un elastico di ragnatela e lo usa come fionda per bersagliare il fenomeno con una pioggia di travi di ferro, oppure il fatto che il fenomeno arrivato al cospetto di madame webb la stacchi dal suo alimentatore di funzioni vitali e si stupisca che la vecchia stia morendo. alchè se ne va. e tu ti domandi "ma perchè tutto sto casino per arrivare alla vecchia e quando ci arriva non la prende? perchè non stacca la vecchia con tutto l'alimentatore? tanto fra poco esce illeso da un camion di benzina che gli esplode in faccia! potrà trasportare una vecchia con la sua poltrona...".
ecco appunto: questo rimane illeso da esplosioni, piogge di travi, camminate subaquee e come viene sconfitto?
spiderman lo attira nelle fondamenta di un palazzo in costruzione e questo affonda in una colata di cemento profonda 15 metri. volendo fare i pignoli dici "finchè il cemento è liquido fenomeno può riemergere, se tanto cammina tranquillamente sott'acqua come ha fatto. se invece è solido lo può spaccare e risalire in superficie, sempre per via del fatto che è scampato a tutte le peripezie di cui sopra".
però alla fine la storia piace, diverte e fondamentalmente E' QUESTO L'UOMO RAGNO DEI FUMETTI, NON UN ALTRO.
quindi mi piacerebbe sapere cosa intendono questi presunti fan dell'uomo ragno fumettistico con "il film è una merda". perchè il film è pieno delle stesse identiche ingenuità, sboronate e trashate che si trovano nel fumetto: come spiderman rallentato per una storta alla caviglia (per chi si lamenta del proiettile) oppure le ragnatele che stanno finendo e allora via che ci appendiamo alle gru (nel fumetto spidey cade ogni tre per due per via delle ragnatele che finiscono) e via dicendo.
e non scordiamoci che nel fumetto a un certo punto comparve anche la RAGNO MOBILE.
nel film viene catturato completamente lo spirito del fumetto originale (e anche un po' quello ultimate, con i vari smascheramenti) come mai prima d'ora.
alla luce di queste considerazioni ritengo che chi critichi in nome dell'essere puristi del fumetto sia semplicemente un poveraccio in preda alla sindrome da hipster del "tutto quel che è mainstream è merda".
passo e chiudo.

giovedì 5 luglio 2012

Amazing Spiderman parte 3 bis: Haters gonna hate



“Film di supereroi: tutti li guardano e il giorno dopo improvvisamente nasce una progenie di cineasti alla Guidobaldo Maria Riccardelli in cerca di un film impegnato che come una mitragliatrice inquinano la rete di critiche da checca isterica prive di qualsivoglia componente propositiva.

scrivevo su facebook qualche ora fa.  E scrivevo anche che chi ragiona così, giocando a fare il cineasta improvvisato starnazzando che voleva il film neorealista russo con sottotitoli in tedesco non fa altro che rendersi ridicolo, perché se vai a vedere Spiderman non ti aspetti “l’occhio della madre” e "la carrozzina".
Questo post è analogo a quello che feci per ribattere ai criticoni di Avengers, perché sebbene questo Spiderman io lo abbia promosso nonostante qualche magagna, certe critiche sono veramente cretine.
C’è una novità però: il 90% dei netcheccheisteriche che si sentono critici, criticano per l’appunto nel peggiore dei modi, ovvero senza una pars construens.
A questo proposito io che pur non sono né regista, né sceneggiatore, né niente in questa sede mi sentirei, dopo le critiche, di dire la mia riguardo a cosa mi sarebbe piaciuto vedere, quindi proponendo, oltre che stroncando.

- Peter come ottiene il cavo della ragnatela?
Mi pare che lo prenda quando è alla Oscorp e ne costruisca altri studiando gli appunti del padre.

-La passione per la scienza di Peter non viene approfondita…
Bè, ci si aspettava forse di vederlo da bambino al classico festival della scienza all’americana col suo modellino di vulcano che erutta? È il primo della classe, decifra degli appunti difficili, fa un figurone rispondendo alle domande di Connors, ha pure il poster di Einstein in camera… che cazzo volevate di più, che lo si vedesse lavorare al Cern?
In ultimo, risposta sul piano formale: a chi se ne esce che “bisognava approfondire qua” “bisognava far vedere là” vorrei ricordare che in due ore è difficile approfondire tutto, per cui si operano delle scelte e qualsiasi approfondimento va a scapito di un altro potenziale approfondimento. Tutto insieme non si può materialmente approfondire.

-
Perché una sedicenne bona in minigonna non solo è l'assistente di un'eminenza scientifica ma ha pure tutti i codici d'accesso ai suoi super laboratori?
Perché no, se lei stessa afferma di essere addirittura più ferrata in scienze di Peter che pure è un genio? E la risposta alla seconda domanda sta nella prima: se Gwen è assistente di Connors va da sé che avrà accesso al laboratorio dove lo scienziato fa gli esperimenti no?
In ultimo, risposta sul piano formale: come detto prima il film dura due ore, e già è un film lungo. Separare le figure di Gwen, Peter, Connors, gli zii di Peter, i genitori di Peter e magari anche introdurre il Bugle e M.J. avrebbe creato mille contesti paralleli che sarebbe stato impossibile presentare per intero nell’arco di due ore. Stesso discorso di chi in Avengers si chiedeva perché gli alieni avessero attaccato New York e non diverse parti del mondo. Era pratico e necessario che i personaggi fossero in un modo o nell’altro legati a doppio filo, e questa strategia mi è sembrata quantomeno sensata.

-Come fa Lizard a trasportare il suo laboratorio nelle fogne?
Devo ammettere che non ci avevo pensato. Vedete, ci sono diversi modi di guardare un film o leggere un fumetto: puoi essere prevenuto, o puoi guardarlo con gli occhi di un bambino e farti trascinare. Io Amazing Spiderman l’ho guardato col secondo stato d’animo che ha prevalso sul primo. Altra gente no, a quanto pare. Ma se al cinema ci devi andare con l’idea che poi torni a casa e devi criticare sul tuo blog allora evita di andarci e fatti un giro con gli amici.
Io quando da piccino guardavo il cartone di Spiderman mica mi sono chiesto mai come fosse possibile che nessuno sgamasse il costume sotto la camicia a Parker, o come facesse a pisciare se si portava sempre addosso la calzamaglia o dove appendesse gran parte delle sue ragnatele. E quel cartone l’ho amato.
Le storie supereroistiche hanno un patto narrativo che ti obbliga ad accettare cose ridicole, come il fatto che un tizio in calzamaglia rossa e blu risulti un figo da paura. Nell’ottica del film non mi sono posto il problema del laboratorio sotterraneo e mi è sembrato naturale. Vuoi che io fossi così assorbito che non mi sono fatto domande (e in questo caso avrebbe vinto il film per essere stato capace di trascinarmi a tal punto), vuoi che semplicemente io stia più stupido di chi se n’è accorto, oh a me sembrava una classica situazione da fumetto, quella del cattivo con il covo sottoterra, e mi è pure piaciuta.
E sapete che vi dico? Sarò anche più scemo di chi se n’è accorto, ma io sono andato a casa contento, e chi se n’è accorto è andato a casa incazzato per aver buttato dei soldi. Ritengo di aver vinto io comunque.
Ps: Lizard è solo un energumeno in grado di lanciare automobili. Non mi stupirei se avesse portato a braccio un pc sotto terra.

-Che fine fa il cinese cattivo?
Cinese? Quale cinese? A me sembrava un indiano, con un cognome da indiano.
Che fine fa non lo so, ma come ho già avuto modo di dire, questo film lascia molte piste aperte e sparge un alone di mistero. Che è evidentemente voluto. Pertanto ho come l’impressione che lo rivedremo quel fantomatico “cinese”.

-Che fine ha fatto l’uomo che uccide zio Ben?
Scappato… Peter ha imparato la lezione e andava alla ricerca del ladro quando si è materializzato Lizard e ha avuto altre priorità. Alla fine del film hanno inquadrato l’identikit dell’assassino. Proprio in primo piano. Chissà che non torni nel prossimo film… si parla di Venom come uno dei villain quasi certo… chissà…

-Perché a New York ci sono tante gru tutte in fila sulla stessa strada?
Perché New York come ogni metropoli è in continuo mutamento e non trovo innaturale che ci siano delle gru per i lavori. Tant’è che si vedono chiaramente i cantieri. E le gru non sono allineate ma si mettono in posizione apposta. È una soluzione un po’ scema ma è coreografica e mi è piaciuta.

-Perché Peter sembra indifferente a tagli grossi come il suo petto e poi si fa fermare da una pallottola di striscio nella gamba?
a) perché con la gamba uno ci cammina e col petto no. Quindi è naturale che fatichi a camminare.
b) chi ti ha detto che l’ha presa di striscio… perché ci si lancia a pontificare su cose che il film non dice…
c)i tagli grossi sul petto erano graffi, che Lizard gli ha inferto a livello volutamente superficiale. Da cosa lo deduco? Dal fatto che quando ha voluto uccidere (il capitano Stacy) lo ha trafitto tranquillamente che manco il tonno rio mare che si taglia col grissino.
Quello che mi sono domandato io è come mai Peter non sembri preoccupato delle infezioni dopo aver combattuto pieno di ferite in una fognatura… e sono inorridito quando ha baciato la povera Gwen di ritorno dalla sua avventura in mezzo alla merda XD

Io dal canto mio avrei da ridire su qualcosina:
i costumi in primis, ma ho già detto. Spiderman non mi piaceva ma una volta che vedi la scena della lavorazione al costume simpatizzi per la novità perché ti dà proprio un senso di qualcosa di amatoriale. Dal trailer rimasi un attimo interdetto per l’abbigliamento di Peter, che tutti definiscono hipster, ma che è palesemente skater. Ora, io mi sono vestito così per anni, e associo quell’outfit a cose tipo American Pie e i Blink 182. Non a uno sfigato secchione. Però alla fine guardi il film e ci sta pure.
Il grosso errore di tutta la pellicola secondo me è la gestione di zio Ben e del suo rapporto con Peter.
Ecco un elenco dei perché:
1) si tratta di un reboot, ma le origini del personaggio pare che le devi narrare per forza anche se essendo quelle sai che vedrai qualcosa di già visto (e a questo proposito ti hanno fatto incazzare quelle diciture sul trailer della serie “la storia mai narrata”)
2) il regista quindi si trova stretto nella morsa di dover narrare per forza una cosa già vista ma che è indispensabile per caratterizzare il personaggio e di cui quindi non può fare a meno. Questo comporta che il povero cristo si agiti come un pesce fuori dall’acqua per trovare la mediazione tra il nuovo e il già visto che non può evitare. I risultati potrebbero essere disastrosi…
3) prima cosa, l’introduzione dei genitori di Peter, che crea un ponte verso i sequel, ma è per forza di cose poco approfondita. Ciò nonostante ruba spazio alle figure degli zii, quindi non si approfondisce né l’una né l’altra famiglia di Peter…
4) zio Ben muore letteralmente di fronte a Peter, uno da un lato e l’altro da quello opposto della stessa strada. Sono rimasto basito dal fatto che Peter pur avendo i sensi ipersviluppati tanto da fermare le mosche in volo non abbia VISTO SUO ZIO E LA COLLUTTAZIONE NEL MARCIAPIEDE OPPOSTO AL SUO.
5) Peter è sconvolto dalla morte dello zio. Forse anche troppo. Perché dico così? Perché la reazione di Parker alla morte di Ben sarebbe giustificata se tra i due ci fosse un rapporto di amore e complicità almeno un filino più palese. In questo film invece il rapporto di Ben con il nipote è quello di un padre preoccupato, piuttosto che di uno zio saggio, e gli unici momenti che condividono i due sono un mezzo scambio di parole anche un po’ freddino in una cantina allagata e il momento in cui lo zio va a prendere Peter a scuola dopo che questo ha frantumato un canestro da basket.
FINE

A questo proposito però mi sono interrogato su come avrei risolto queste magagne relative alla ri-narrazione delle origini di Spiderman e sono arrivato a una conclusione.
All’inizio ho pensato semplicemente di saltare a pie pari la parte delle origini, che tanto ce le ha spiegate Raimi non troppo tempo fa, e dedicare due belle ore alle imprese del supereroe, ma ragionando, è solo un male non narrare quelle che secondo me sono le origini più belle e complesse del mondo dei supereroi.
Uno potrebbe dire che sono simili a quelle di Batman, ma qui c’è molto di più: c’è il senso di colpa, c’è la responsabilità… non sono cose da poco.
Pensando ai vecchi fumetti (in particolare alla prima storia di Superman su Action Comics) mi è tornata in mente quella capacità di sintesi che permetteva in pochissime pagine di condensare tanta avventura, tanta riflessione e tanta poesia.
Alchè ho pensato: e se invece di un’ora su due del film dedicata alle origini del personaggio, che tanto è rebootato quindi la sua nascita per lo spettatore è il segreto di pulcinella e non puoi chiedergli di fare finta di dimenticarsi tutto, avessero chiamato, chessò, John Romita Jr. a disegnare un mini-cartone animato di 5-10 minuti che con una tecnica di accostamento di animazioni e simil-vignette avesse riassunto quella prima ora di film che era sì bella ma ci potevamo risparmiare?

Con questo è tutto… ditemi cosa ne pensate!

Amazing Spiderman parte 3: La recensione

Però che bello :)

Amazing Spiderman è un bel film. Con qualche magagna ma un bel film.
Meglio della trilogia di Raimi, che ho scoperto che mi piaceva perché vedere volteggiare un Uomo Ragno in carne ossa e computergrafica su un megaschermo è un’emozione che non si dimentica e fondamentalmente perché non avevo ancora nessun’altra campana a cui paragonarlo.
Ora che ce l’ho posso dire che lo Spiderman di Raimi è Superman col costume sbagliato, molto ovvio, molto spiattellato in faccia allo spettatore, molto plastico (per chi ha letto Libro d’Ombra di Tanizaki, il Ragno di Raimi risponde all’estetica tipicamente occidentale, quello nuovo è più in ombra, più giapponese). E il Peter Parker di Raimi è uno sfigato statico e monoespressivo. Questo Garfield invece lo vediamo compiere una bella evoluzione nell’arco di due ore, contro una calma piatta del predecessore durata tre film.
Qualche cosa mi ha fatto storcere il naso: il rapporto tra Peter e zio Ben secondo me è stato gestito male (o meglio, troppo poco) e non giustifica le reazioni iper-violente del giovane in occasione della sua morte; zio Ben muore sull’altro lato della strada dove stava camminando Peter e questa all’intero nel film è una scena che non ha ragion d’essere, perché se è vero che Peter ha sensi ipersviluppati, tanto da fermare le mosche in volo, par strano che non si accorga di suo zio sul marciapiede opposto e della colluttazione che sta avendo con un tipo che ha salutato mezzo secondo prima; la scena di Peter che cade sul ring e gli viene l’idea di mascherarsi mi sembra un po’ fine a se stessa, ma in fondo credo voglia essere una strizzatina d’occhio ai combattimenti sul ring del proto-spiderman nei fumetti degli anni 60.
Per il resto il film è avvincente, gli attori convincono, Gwen mi pare fatta talmente bene che in certi momenti sembra una cosplayer.
Senza dire niente della trama, voglio aggiungere che è un film diverso da come Raimi concepì gli altri tre: Spiderman scherza di più, c’è più mistero e no, non è per niente cupo o ispirato al Batman di Nolan, solo perché c’è un funerale e molte scene si svolgono di notte.
Il Ragno è rappresentato in una veste decisamente più amatoriale, che rende bene l’idea di un supereroe alle prime armi, in un mondo dove i supereroi ancora non si sa bene cosa siano; questo ti fa digerire un pelino di più gli obbrobri del costume di cui ho parlato QUI, e cominci a tollerare e perdonare. Il film, non il costumista. Che quello sarebbe da appendere a un albero formicoso.

Amazing Spiderman parte 2: Del perché il reboot di Spiderman sta sul cazzo e quello di Batman invece no

A sinistra possiamo vedere l'unica espressione del vecchio Peter Parker, che potrebbe essere benissimo uscito da Orgoglio e Pregiudizio con quella faccetta da educando e la riga di lato.

Ho già parlato QUI del mio astio nei confronti del reboot.
Ieri sera dopo aver visto Amazing Spiderman mi sono chiesto perché mi abbia disturbato l’idea di un reboot e la risposta è stata abbastanza ovvia ma ve ne metto a parte perché fa riflettere.
Ho detto nel primo post di questa trilogia che il cinema si avvicina ai fumetti e i fumetti al cinema/tv.
Da qualche anno a questa parte i cinefumetti si stanno appropriando di determinate modalità narrative proprie esclusivamente dei comics: la CONTINUITY e il CROSSOVER.
Che Batman avesse subito dei reboot me ne sono reso conto adesso che si parlava di quello di Spiderman, e solo perché ho visto gente su internet che lo scriveva. Perché?
Ma è ovvio, perché i film di Batman prima di Nolan erano film senza pretese di continuity, quindi un reboot non lo vivevo in maniera così fastidiosa, ma semplicemente come un diverso regista che attinge a quel personaggio facendo un film su di lui con una sua sensibilità, non come l’invito a fare finta che i vecchi tre film non fossero mai esistiti.
Che è poi fondamentalmente lo stesso modo con cui mi approccio ai comics americani: essendo serie lunghe decenni non riuscirò mai a leggerne una per intero, perciò mi dedico alle varie run interessanti e decido quale leggere in base agli autori; se mi piace Morrison, mi leggo quello che ha scritto Morrison, su Batman, su Superman, sugli X Men e compagnia, perché so che Morrison scrive roba di un certo tipo che mi piace. Poi dopo di lui subentra qualcun altro che non scrive il personaggio come lo scozzese, e io cambio aria.
La trilogia del Ragno di Raimi invece è stata (credo) la prima a implementare i prodromi di una continuity e ho vissuto il reboot come la soppressione di una storia salda e già iniziata piuttosto che come il modo diverso di come un regista diverso vede lo stesso supereroe.
Questo ovviamente è successo fino al momento in cui ho visto il film e questi pensieri sono rimasti fuori dalla porta del cinema.
Quindi adesso passiamo al piatto forte: la recensione vera e propria!