domenica 13 maggio 2012

L'impermanenza che ti cambia per sempre

Ryoanji, Kyoto. Il posto in cui ho passato i quaranta minuti più intensi di tutta la mia vita.

A cavallo tra gli splendori dell'era Heian e i disordini dell'epoca Kamakura un nobile prese i voti e si ritirò in montagna, non lontano dalla capitale, l'odierna Kyoto.
Si chiamava Kamo no Choumei e sulla sua esperienza ci ha scritto un libro lo Hojoki, cronache dell'eremo.
Il libro è breve e articolato in due sezioni. Nella prima si parla di cinque catastrofi che colpiscono la capitale nell'arco di pochi anni: incendi, terremoti, tempeste, carestie e pestilenze.
Questi eventi realmente accaduti diventano metafora dell'impermanenza della vita e dell'uomo.
La seconda sezione descrive minuziosamente l'eremo di Kamo no Choumei e la vita che ivi conduceva, tra meditazione, scrittura e contemplazione della natura.
Hojoki ha cambiato totalmente il mio modo di pensare.
Poche pagine, sobrie ed essenziali ma cariche di significati che sto imparando a scoprire.
Kamo no Choumei e altre figure di asceti buddhisti come En no Gyouja, Hounen, Shinran, Ippen, hanno rimpiazzato le rockstar nell'olimpo della gente che mi è di ispirazione.
E più sto nel mondo, più accostandomi a figure come loro mi rendo conto delle gioie dell'abbandonarlo.


行く川のながれは絶えずして、しかも本の水にあらず。よどみに浮ぶうたかたは、かつ消えかつ結びて久しくとゞまることなし。世の中にある人とすみかと、またかくの如し。
Anche se il fiume continua a scorrere, l'acqua a passare, momento dopo momento, non è mai la stessa.
Nelle sacche, bolle in superficie si creano e si dissolvono, non una rimane per molto. Così è anche per gli uomini e le loro abitazioni.

Un giorno anche a me piacerebbe seguire le loro orme, in un cammino di saggezza, lontano da tutto tranne che dalla terra e dal cielo.

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