sabato 17 marzo 2012

Cronache di come l'Italia abbia ignorato il nuovo Pokèmon



La metropolitana giapponese è un luogo tranquillo, caratterizzato dalla regola aurea di ignorarsi vicendevolmente per non essere invadenti.
Nasce così nelle menti nipponiche la ricerca di metodi sempre più efficaci per combattere il voyeurismo da tempi morti tenendosi impegnati.
Ecco perchè credo che la metropolitana giapponese sia il contesto ideale da cui partire per stilare una classifica dei nuovi trend in fatto di intrattenimento portatile.
Da un po' di anni a questa parte lo scenario che molto probabilmente vi si potrebbe presentare nella suddetta metro è quello di tanta gente, ragazze e ragazzi, adulti e studenti, tutti intenti ad andare a caccia di draghi sulle loro Play Station Portable.
Oggi voglio parlarvi del fenomeno di massa chiamato Monster Hunter!
(Fenomeno di massa che l’Italia sembra aver accuratamente schivato).
Il gioco in questione per quanto complesso, vanta un concept veramente semplice ed essenziale:
- crea un personaggio
- immergiti in ambientazioni naturali selvagge e incontaminate alla caccia del bestione di turno
- usa i suoi resti per costruirti armi e armature sempre migliori.
Ovviamente gli orpelli di contorno sono tanti e sugosi: si va dalla gestione di una fattoria per la raccolta delle risorse, alla pesca, alla cucina, all’allevamento dei Felyne (micetti che col loro pollice opponibile e la loro stazione eretta la fanno in barba alla classica teoria dell’evoluzionismo).
Manca solo un particolare a questo videogioco: una trama.
Il gameplay infatti si configura come un continuo accettare le missioni organizzate dalla gilda degli hunter, e portarle a termine –ma bisogna mettere in evidenza il fatto che il gioco risulti tutt’altro che ripetitivo-.
La mancanza di una trama è giustificata dalla spiccata vocazione al tag di questo capolavoro: è consentito infatti affrontare le missioni con un party di massimo quattro hunter.
Chi di voi non si è gustato almeno una volta scambi e scontri con gli amichetti all’epoca dei Pokèmon?
Chi come me ha assaporato quei momenti capirà quanto la possibilità di condividere l’esperienza ludica con gli amici impreziosisca le dinamiche di gioco.
Inoltre nel caso in questione, il multiplayer alleggerisce il carico di difficoltà, a volte realmente eccessivo.
E in Italia tutto ciò?
Bè, in Italia ho pensato per anni di essere l’unico hunter nazionale.
Ora sono sicuro che ce ne siano altri, ma a Piacenza rimango l’unico.
Sebbene MonHan (così lo abbreviano in Giappone) sia nato su Play Station 2, le sue apparizioni più felici si sono viste su PSP; nel nostro paese ne sono giunte tre: MonHan Freedom 1, MonHan Freedom 2, MonHan Freedom Unite. L’ultimo capitolo in ordine di tempo, Portable 3, non si è mai visto da noi, perché sebbene sia una delle killer application della consolle, ha avuto la pecca di uscire troppo a ridosso della morte PSP pre PSVita e quindi nessuno si è disturbato a tradurre la perla.
Perla che spinge la grafica ai massimi livelli, ravviva i colori delle ambientazioni, amplia il parco armi/armature (che per la prima volta possono essere costruite anche per il felyne) e generalmente sfrutta la formula collaudata implementando qua e là diffusi miglioramenti.
Ho conosciuto qualcuno in Italia che ha giocato a MonHan, ma l’unico che si è fatto veramente prendere come me dalla magia di questo capolavoro è un fumettaro di Genova.
Non avevo un punto vero e proprio nel fare questo discorso… volevo solo mettere in evidenza come quello che in Giappone è un fenomeno di massa, e che universalmente è un ottimo gioco, che potrebbe regalare diversi momenti di divertimento e soprattutto di aggregazione (che è un plusvalore non da poco, che trascende i limiti del medium videogioco, generalmente attività da lupi solitari almeno su consolle), in Italia sia passato totalmente inosservato, a scapito dell’ennesimo gioco di guida/sparatutto/gioco di calcio.
Ma di questo parlerò in un prossimo post…

Ecco MonHan...






.. in Giappone è tanto popolare che ne fanno il cosplay...



.. diverse edizioni manga, le novel e i gadget.






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