venerdì 23 marzo 2012

Buon riposo ZiaNonna

Questo è Bussi sul Tirino, benvenuti a tutti.



La triste dipartita della sorella gemella della mia nonnina è stata per me spunto di numerose riflessioni. 
La gemella in questione, che io chiamavo zia-nonna dato che era proprio uguale alla mia nonna, ma nonna non era, appartiene a quella categoria di persone che studi nei libri di storia: gli emigranti. A lei toccò andare in Australia, a Melbourne.
Sul manifesto funebre affisso in paese qui in Italia trovavi scritto "deceduta ad Ascot Vale, Australia"... e fa strano. Perchè io la mia nonnina ormai novantenne sono abituato ad associarla alla casa di Bussi, e al limite, in ricordi di almeno 10-15 anni fa, ai viaggi che faceva in treno per venirmi a trovare a Piacenza. Comunque, mai all'altra parte del mondo.
In seguito al triste evento però i nonni si sono lanciati nel racconto di ricordi lontani che ti mettono le vertigini; sentite un po':
Taton', ovvero il babbo della mia nonnina, andò a New York come emigrante ma sulla strada, dopo numerose settimane di nave, si imbattè in un grosso transatlantico che stava affondando... Taton' era a bordo di una delle prime navi che prestarono soccorso al Titanic. Solo dopo arrivò a New York.
Nonno Biagio invece emigrò in Venezuela (e questo lo sapevo) come zio Pasqualino (fratello di nonna); ero in vacanza studio in Inghilterra, anni fa, e il mio coinquilino era spagnolo. Quando, durante una telefonata, nonno lo seppe, volle parlarci, e ci parlò in spagnolo, capendo e facendosi capire. Nello stupore generale, oserei dire... perchè nonno a scuola praticamente non c'è mai andato, e conosce poco anche l'italiano, ma è sempre stato svelto a imparare le cose con l'esperienza. Anche le lingue evidentemente. Lo stesso nonno Biagio, ho scoperto che andò a lavorare anche in Francia e in Belgio (vicino Marcinelle, dove morirono tanti compaesani nel crollo delle miniere) e dove ha ancora una sorella; e fu anche il primo della famiglia a mangiare cinese: ricordo che passando davanti al ristorante cinese di Sulmona gli feci vedere i caratteri che ne componevano il nome e li lessi. Nonno per tutta risposta mi disse: "i c' so magnàt aji cinesi, alla venezuela. cacc vota i so pur ajutat a sciacquà i piatt, o j so purtat u pesc fresc. ficevan cert patan cuscì bbon ca nn m l so magnat a nisciun autra part".
Mi sono spesso domandato se zia Giovannina (la zia-nonna) parlasse o ascoltasse la messa in Inglese. Pare che fosse anche piuttosto spigliata, tanto da litigare con un "chemist" per farsi ridare il resto giusto del pagamento delle medicine! Inoltre scopro che nei fine settimana si ritrovava spesso con gli altri emigranti italiani alla sala bingo!
La storia del viaggio di zia-nonna fu alquanto rocambolesca: partì dall'Italia nel '56, l'anno famoso della nevicata (che è stata eguagliata da quella di qualche mese fa). Si sposò per corrispondenza prima di partire, con un signore siciliano che raccoglieva la frutta in australia e partì con la nave. Il canale di Suez all'epoca era chiuso, quindi zia-nonna dovette circumnavigare l'Africa e arrivò in Australia parecchio tempo dopo altri emigranti che partirono settimane dopo dall'Italia, ma trovarono percorribile il canale.
Il mio paese, Bussi sul Tirino, è un po' tutto così, pieno di queste storie di gente che ha girato il mondo e tu non lo diresti, visto che è un centro abitato, sperso nel mezzo dell'Abruzzo, nel mezzo dell'Italia, in mezzo al nulla, di meno di 3000 persone, in maggior parte vecchietti.
La bottegaia della strada sotto la mia, Franca, è stata tanti anni in Sud Africa, e ha parenti in Canada, Australia e Nuova Zelanda. Ha anche dei cugini a San Francisco, che hanno pure vissuto anni in Giappone.
La mamma dell'orefice, poche case più in là dalla mia, la soprannominano "l'amrcana" perchè è stata tanto tempo negli Stati Uniti (Boston, credo...) ed è stata la prima a consigliarmi di provare la cucina tailandese, che lei assaggiò in America e di cui si innamorò. Alle volte noi giovani di oggi, nati nel benessere, pensiamo con superbia di aver visto di tutto e di aver fatto ogni genere di esperienza, perchè le possibilità che ci sono concesse ce lo permettono. Io stesso tante volte mi sono trovato a pensare di parlare una lingua diversa da quella dei miei nonni, e di dover semplificare i miei racconti per adattarli alla loro sensibilità, antiquata o presunta tale.
Ma riflettendo meglio, mi sono accorto che in realtà sono loro, i miei nonni e i loro amici, ad avere tanto da dire, e a fare fatica per adattare i racconti delle loro esperienze, o meglio delle loro IMPRESE, per farli comprendere a noi "bamboccioni" che alla fine nella vita non abbiamo fatto granchè, e se ci è andata bene siamo andati a un corso di inglese per stranieri, due settimane in Inghilterra. Mi sono sentito ORGOGLIOSO DELLE MIE RADICI (ma alla fine lo sono sempre stato) e per l'ennesima volta mi sono accorto che è molto facile che la realtà superi la fantasia del migliore dei romanzi di avventura.
Io quello che hanno fatto i miei nonni, lo posso solo sognare.
E continuerò a sognarlo per tenere vivo il ricordo delle GRANDI DONNE e dei GRANDI UOMINI che faticando in giro per il mondo hanno posto le basi dell'ovatta in cui siamo nati.
Buon riposo zia-nonna! Sei stata grande!!!
 

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