domenica 18 marzo 2012

Antico

Foto fatta da me di una fontana a Kyoto

Penso che il Giappone sia l’unico posto nel mondo del quale si possa ancora dire che è antico.
Per davvero.
Proprio quel Giappone che il mondo conosce come iper-avanzato, sempre un passo avanti al resto del mondo per quanto riguarda gli ultimi ritrovati tecnologici.
È inequivocabile che nel Paese del Sol Levante si trovino altissimi grattacieli, autostrade urbane, ristoranti in metropolitana e linee ferroviarie soprelevate, ma per affermare la mia teoria mi baso su elementi come quelli presenti in queste foto.
Trovo che il Giappone si sia mantenuto antico perché nonostante l’apertura (in alcuni momenti storici “forzata”) all’occidente è riuscito nella difficile impresa di conservare tutti i tratti storico-culturali della sua specificità. Per farla breve, anche in un grattacielo, per quanto espressione dei prodigi architettonici americani, si riconosce una componente intrinsecamente nipponica e si avverte una sottile ma importante differenza tra una torre di vetro e cemento a Osaka e a Miami. Fidatevi di me, che ho visto entrambe le città.
Un po’ tutto il Giappone si trova nella situazione della città di Roma, ovvero in quella continua tensione volta a ricercare l’equilibrio migliore per far convivere l'area urbana moderna e le vestigia di una cultura antica che costituisce le fondamenta di quella di oggi.
Il Professor Aldo Tollini dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, scrive in un suo libro che la cultura giapponese è l’unica nel mondo che non concepisce l’assunto secondo il quale il nuovo soppianti il vecchio in quanto migliore; la cultura nipponica è sempre aperta al nuovo e al diverso e dopo un attento esame ne conserva le parti migliori, affiancandole a ciò che di meglio già c’era, non cancellando il passato e svestendo i panni di un’identità. Questo spiegherebbe le consistenti stratificazioni linguistiche del Giapponese (e quello che oggi sta succedendo coi vocaboli inglesi importati), lo stile architettonico tradizionale basato sull’asimmetria e la giustapposizione, e molti altri assunti dell’estetica nipponica.
In Giappone vedere una donna in kimono nella moderna metropolitana non viene vissuto come qualcosa di stridente.
Il Paese del Sol Levante è riuscito a portare a termine con successo l’impresa di diventare uno Stato moderno pur senza svendere la propria identità. Ed è per questo che accanto alle grandi industrie, da quella automobilistica, a quella dei computer, a quella dei robot, a quella dell’animazione, a quella del videogioco, convive ancora l’artigianato locale, fedele alla tradizione; e a fianco alle nuove tendenze dei quartieri del centro di Tokyo, che dettano le mode a tutto il mondo, troviamo ancora le antiche arti e cerimonie che gettano le loro radici nel Giappone medievale.
Le immagini di questo tempietto dedicato alle volpi secondo me sono emblematiche di questa capacità tutta giapponese di sposare la modernità pur rimanendo fermamente in linea con un passato millenario: sulla strada tra la avveniristica stazione dei treni di Kyoto e il tempio buddhista Touji, racchiuso a mo’ di scrigno tra alti palazzi grigio cemento, si trova questo minuscolo fazzoletto di terra che sembra essere sopravvissuto con tenacia alla modernizzazione… un luogo che sembra sospeso tra lo spazio e il tempo. E che non stona con la downtown che lo circonda.
Amo il Giappone.
Lo amo con tutto il cuore.



Un piccolo santuario Shinto in mezzo ai palazzi di Kyoto





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