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Il quinto colosso. |
Colossi abbattuti: 5
Avevo detto che avrei parlato della storia? E invece no.
Perchè non c'è niente di nuovo sotto il sole, ma a ben pensarci non sono neanche a metà, e il gioco ha tutta l'aria di non essere così schietto, banale (a livello di dinamiche di gioco, naturalmente, non in quanto a tematiche) e minimal come appare.
Dopo aver abbattuto un colosso Wanda sviene e si risveglia sempre nel maestoso tempio da cui tutto è iniziato; a ogni risveglio c'è qualche piccolo particolare che cambia, ma in un ambiente così vasto e vuoto anche il minimo spostamento di polvere produce una eco mastodontica e quindi sembra proprio che quei piccoli dettagli siano pezzi di un puzzle che prima o poi devono iniziare a ricongiungersi.
In pratica il giocatore vive la sua esperienza nella continua tensione che prima o poi qualche piccola dinamica che volutamente ci hanno fatto percepire come ripetitiva, si incrini. E questo crea un senso di sorpresa mista a timore.
Ma per ora ancora niente di concreto.
In compenso ho abbattuto altri due colossi e BABBABIA.
Non sto a fare la telecronaca della guerra spadata per spadata, ma all'alba del quinto gigante posso confermare con tutti i crismi che le tattiche d'assalto dei singoli colossi sono DRAMMATICAMENTE DIVERSE L'UNA DALL'ALTRA. Che vuol dire che anche dopo aver eliminato cinque bestioni non ti puoi permettere di ritenerti un giocatore esperto, o quanto meno abituato alle dinamiche di gioco, perchè ogni nuova lotta presuppone un ricominciare da capo, un rimettersi in discussione.
Il quinto colosso però ve lo devo introdurre: è il cocorito nella foto.
Dice: "si mbè, ne ho fatti secchi quattro, che se la matematica nunn'è n'opinione so un figo, e mo me ne cucino un altro perchè me so abituato. Tanto se casco dal colosso casco petterra. E vaffanculo"
E il gioco ti sodomizza psicologicamente presentando Avion Avis Praeda (nome attribuitogli da Wikipedia, che io non ho fatto in tempo a chiedergli "come ti chiami"), un colosso volante, da affrontare in un lago.
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Si, lo so, è troppo figo per essere vero.
E' troppo quello che ho sempre voluto in quella parte più recondita dei miei desideri che non ho mai osato nemmeno presentare al me stesso fuori dai confini del subconscio per paura di sbattere il grugno contro il muro dell'impossibilità da parte della vita concreta di realizzarli.
E invece vaffanculo, affronti un drago volante senza neanche avere la terra sotto i piedi, che è la cronaca di una morte annunciata, una battaglia persa in partenza e nonostante tutto ti lanci al galoppo verso sto lago con la felicità nel cuore perchè stai facendo la cosa più figa della tua vita di videogiocatore da quando hai catturato Mew su Pokèmon Blu.
Non mi soffermo su come ho tarpato le ali alla megarondine che fa primavera, bensì vorrei rendervi partecipi di qualche mio personalissimo stato d'animo.
Nella vita mi piace farmi colpire, stupire dai paesaggi.
Cerco una cosa del genere anche nei videogiochi e SOTC soddisfa questo mio desiderio di stupore di fronte a scorci e vedute emozionanti della natura selvaggia e incontaminata.
A questo proposito, fin da bambino ho sempre adorato la parola "ANCESTRALE".
Perchè dico questo?
Bè, perchè se mi chiedessero di definire SOTC in una sola parola, "ANCESTRALE" è quella che sceglierei.
Secondo la definizione da dizionario, l'aggettivo designa "qualcosa di tramandato dagli antenati", ma per me assume un senso diverso, più ampio e totalizzante.
"ANCESTRALE" (che, andiamo, già a livello di sonorità è una parola evocativa. Lasciatevela girare in bocca... vi sembrerà di penetrare le pieghe e i risvolti del tempo) si richiama ad una pubblicità che trovai da bambino su un numero di Topolino, che snobbai brutalmente (il numero di Topolino intendo), così impegnato com'ero a imprimere a fuoco nella mia memoria quella paginetta: "La Storia Ancestrale".
Era un'illustrazione favolosa che raffigurava un uomo seduto sulle radici sporgenti di un enorme albero, in un bosco, e di fianco a lui un essere antropomorfo dalla faccia di facocero, dotato di faretra; il tutto in toni tenui che richiamavano il colore di una antico grimorio o di una pergamena.
Più di dieci anni dopo ancora non so cosa pubblicizzasse quell'immagine: secondo internet potrebbe essere un gioco da tavolo, una raccolta di libri, una raccolta di fascicoli o un gioco di ruolo.
Probabilmente non lo saprò mai, ma quell'immagine ha forgiato una parte importante del mio modo di figurarmi certe cose, e ne parlo perchè da allora "ANCESTRALE" per me significa un certo tipo di fantastico, una visione idillica della natura, compenetrata dalla magia, in armonia con l'uomo, qualcosa di completamente avulso dal concetto di tempo, quindi difficilmente collocabile.
Chi ha letto anche gli altri due pezzi su SOTC avrà capito che questa idea del termine "ANCESTRALE" rappresenta esattamente i cardini dell'estetica di questo capolavoro videoludico.
Il lago che fa da dimora al quinto colosso è un'ambientazione FANTASMAGORICA, come non ne avevo mai viste fuori dalla mia immaginazione.
Da una stretta gola si sbuca su uno stagno, circondato da alti picchi; di fronte a te le vestigia di un antico e maestoso palazzo semi-sommerso, che ti suscita quel fascino poetico degli imponenti resti di civiltà antiche di mondi fantastici che Tolkien con le Miniere di Moria...
Ci sono enormi portali, palizzate di ferro, torri e resti di colonne e guglie e pinnacoli e ampi corridoi che emergono qua e là dalla superficie dell'acqua. E tu per un attimo (ma anche più di un attimo) ti dimentichi di dover combattere contro un enorme volatile di pietra e ti fermi incantato a contemplare la Bellezza dell'ambientazione, e ti domandi, in un mondo così deserto e arido, chi mai si sia sobbarcato la fatica di costruire un castello così maestoso, del perchè lo abbia fatto, di come conduceva la vita chi lo ha abitato, o se magari sia deserto come condicio sine qua non. E ti domandi anche dei "chi" e dei "perchè" del tempio dell'inizio, una mastodontica torre di Babele visibile all'orizzonte da ogni location del mondo di gioco, come fosse un'eminenza grigia, sempre vicina, ma comunque impenetrabile.
Si capisce che amo questo gioco?
Il prossimo post sarà breve, così non mi maledirete oltremodo, e parlerà di pubblicità...
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