sabato 1 febbraio 2014

Una dichiarazione d'amore


Oggi è un grande giorno per me.
E lo è perchè è uno di quei giorni in cui realizzi un sogno.
A tanti può sembrare stupido che io ne parli ma non fa niente, perchè io ne vado molto orgoglioso.
Del resto se c'è una cosa che la vita mi ha insegnato è che sogni e problemi sono qualcosa di squisitamente soggettivo e sebbene a volte i miei possano sembrare microscopici e insignificanti agli occhi delle altre persone, per me sono fondativi della stessa esistenza.

A questo proposito mi ricordo ancora, nitidamente, il primo momento in cui vidi Dragon Ball. 
Mi ricordo le storie, mi ricordo gli ambienti, le battute... i personaggi stessi e la loro morale, il loro spirito di sacrificio, i loro valori di amicizia, altruismo, coraggio, umiltà, hanno contribuito a formare una parte importante del mio carattere, a dispetto di tutti quelli che in Dragon Ball vedevano solo inutili urla e poco edificanti risse.
Ogni volta che vedo l'ultima Energia Sferica di Goku piango come fosse la prima volta, perchè so che l'epopea di quando ero bambino sta per finire, e sta per finire in modo glorioso: perchè Goku non batte l'ultimo cattivo con la forza bruta, ma con l'aiuto di tutti. E perchè l'ultimo cattivo in fondo non è neanche proprio un cattivo in senso stretto, perchè in tutti i malvagi, in fondo, risiede qualcosa di buono. Questo Goku lo sa, e dall'alto della sua levatura morale esprime il desiderio di incontrarlo ancora, in circostanze migliori.

Ricordo il sabato pomeriggio sulla seggiolina in cucina e gli occhi fissi su rai due. Per paura di non presentarmi in orario al cospetto dei film di Dragon Ball mi schiaffavo ore prima davanti alla tv: per questo motivo mi innamorai di Roswell e Top of the Pops.
E poi partivano i film!
Coi doppiatori cambiati e le storie striminzite, ma in fondo chi se ne frega, perchè allora ero un bambino, in quanto tale non ero affatto smaliziato ed ero esclusivamente capace di farmi rapire e incantare dalla magia dell'eroe che ho amato e amo ancora.

Mi ricordo la sgridata che mi beccai da mamma quando mi calai le braghe e mi schiaffeggiai il culo in segno di scherno a Majin Bu quando le prendeva da Vegeth. Ero pure davanti alla finestra, ma fa niente, l'adrenalina era tanta.

Ricordo anche il momento traumatico in cui scoprii che i film di Dragon Ball che davano su rai due non si chiamavano film per una qualche strana mossa commerciale: erano film per davvero, e in Giappone li davano al cinema.
Credo che questa scoperta abbia rappresentato per me l'embrione dell'idea che l'Italia sia inferiore per tante ragioni al resto del mondo.
Che diamine, non fanno Dragon Ball al cinema. Perchè? E' evidente che vivo in un posto dappoco.

Ma oggi è il giorno che si realizza quel sogno.
Ho 22 anni, vado per i 23 e Dragon Ball è il mio amore da quando facevo le elementari.
Ora ho una tesi di laurea in ballo, eppure sono eccitato come lo sono stato poche volte.
Perchè OGGI VADO A VEDERE DRAGON BALL AL CINEMA (e l'Italia sale un gradino nella mia classifica mentale di posti nel mondo).

E so già che mi ci scapperà la lacrima.

Molti tra quelli che avranno la pazienza di leggere queste righe penseranno che sono scemo, che sono infantile, triviale.. che in fondo è solo un film.. solo UN CARTONE.

E' sicuramente vero. E' solo un film animato, anche piuttosto breve.
Ma per me rappresenta tanto.
Dragon Ball Z la battaglia degli dei per me non è un film: per me si tratta di una macchina del tempo che mi permetterà per un'ora e mezza di riconquistare quel territorio spaziotemporale mitico, ammantato nella patina del ricordo e dell'idealizzazione, che si chiama infanzia. Quel momento in cui tutto andava bene, nel mondo c'era ottimismo, io riuscivo a rannicchiarmi su una sedia, mamma e papà erano giovani e non c'erano problemi nè di soldi, nè di salute; dove se dovevo spendere due lire mi preoccupavo del pacchetto di figurine, non certo delle sigarette.
Quel momento fantastico della vita di ognuno in cui la fantasia prevaleva sulla disillusione e tutto il resto, e non si riusciva a concepire una frattura ontologica tra il piano dell'eroe nello schermo e quello della tua cucina.

Lo so già, che al primo guizzo di aura e al primo capello biondo che comparirà su quel megaschermo, io piangerò come un agnellino.
Perchè uno dei miei sogni si è realizzato, e questa è la cosa più dolce del mondo.
Per tutti.