Skyfall è un bel film.
Se dovessi definirlo molto in breve direi che è moderno, al passo coi tempi, con tutto ciò che in bene e in male questo comporta.
Ha dialoghi graffianti che ricordano i telefilm all'ultimo grido della tv, ma meno spacconate di classe; ha più esplosioni e meno spionaggio; non ci sono Bond girl in senso stretto e manco i gadget che hanno fatto grande la saga, ma ci sono pur sempre tante strizzatine d'occhio al passato che i fan non mancheranno di cogliere (e i non fan le coglieranno su Wikipedia oh.).
E' un film d'azione denso di sparatorie e inseguimenti. Si viaggia relativamente poco: tre quarti del film si svolgono in UK tra Londra e la Scozia, mentre c'è una non lunghissima digressione in Cina. Le ambientazioni le ho adorate, ma sono poche rispetto allo standard vecchio di un Bond girandolone.
E a proposito di questo, voglio ribadire che questo film è totalmente in linea col canone dei film d'azione di oggi, quindi chi va al cinema aspettandosi le vecchie glorie di quando c'era Sean Connery torna a casa con un pizzico di delusione. Ma giusto un pizzico, che poi il film è bello, e con le sue continue citazioni del passato va a confezionare un perfetto regalo di cinquantenario alla saga.
Direi che la recensione la potrei finire qui, ma prima di terminare vorrei ragionare su una cosa.
Ultimamente, specie nei franchise lunghi con un eroe di quelli infallibili e implacabili come protagonista (e penso a Indiana Jones e Batman oltre che a 007) si riscontra questa tendenza come se la gente si fosse rotta i coglioni di vedere il cavaliere senza macchia che vince sempre e preferisse vedere il buono nel momento della sua vecchiaia, che vince (a stento) ma scivola sulla buccia di banana.
Ci può stare sta cosa dell'eroe vecchiardo...
Ma a me non fa impazzire tanto.
Io sono un tipo semplice: il mondo ha bisogno di eroi, e quando vado al cinema a vedere l'eroe voglio vedere il trionfo dei buoni sentimenti senza tante menate, voglio una botta di ottimismo, voglio che mi si ricordi che il buono alla fine vince sempre; non vado a vedere villarzilla, l'eroe lazzaro-alzati-e-cammina, la spia che ci se ne esce la dentiera e il vigilante con le stampelle.
Trovo che film del genere abbiano un'importante funzione, tipo la maieutica di socratica memoria, ovvero che aiutino la gente a tirare fuori il meglio di sè ispirandosi ai modelli propugnati dagli eroi. Vedere l'eroe azzoppato, vecchio e politicamente scorretto non è sempre così edificante per un'anima candida come me. Ogni tanto mi ci vorrebbe un ritorno alla vecchia spensieratezza per uscire dalla infinita trafila di cinemi cupi per forza.
Se dovessi definirlo molto in breve direi che è moderno, al passo coi tempi, con tutto ciò che in bene e in male questo comporta.
Ha dialoghi graffianti che ricordano i telefilm all'ultimo grido della tv, ma meno spacconate di classe; ha più esplosioni e meno spionaggio; non ci sono Bond girl in senso stretto e manco i gadget che hanno fatto grande la saga, ma ci sono pur sempre tante strizzatine d'occhio al passato che i fan non mancheranno di cogliere (e i non fan le coglieranno su Wikipedia oh.).
E' un film d'azione denso di sparatorie e inseguimenti. Si viaggia relativamente poco: tre quarti del film si svolgono in UK tra Londra e la Scozia, mentre c'è una non lunghissima digressione in Cina. Le ambientazioni le ho adorate, ma sono poche rispetto allo standard vecchio di un Bond girandolone.
E a proposito di questo, voglio ribadire che questo film è totalmente in linea col canone dei film d'azione di oggi, quindi chi va al cinema aspettandosi le vecchie glorie di quando c'era Sean Connery torna a casa con un pizzico di delusione. Ma giusto un pizzico, che poi il film è bello, e con le sue continue citazioni del passato va a confezionare un perfetto regalo di cinquantenario alla saga.
Direi che la recensione la potrei finire qui, ma prima di terminare vorrei ragionare su una cosa.
Ultimamente, specie nei franchise lunghi con un eroe di quelli infallibili e implacabili come protagonista (e penso a Indiana Jones e Batman oltre che a 007) si riscontra questa tendenza come se la gente si fosse rotta i coglioni di vedere il cavaliere senza macchia che vince sempre e preferisse vedere il buono nel momento della sua vecchiaia, che vince (a stento) ma scivola sulla buccia di banana.
Ci può stare sta cosa dell'eroe vecchiardo...
Ma a me non fa impazzire tanto.
Io sono un tipo semplice: il mondo ha bisogno di eroi, e quando vado al cinema a vedere l'eroe voglio vedere il trionfo dei buoni sentimenti senza tante menate, voglio una botta di ottimismo, voglio che mi si ricordi che il buono alla fine vince sempre; non vado a vedere villarzilla, l'eroe lazzaro-alzati-e-cammina, la spia che ci se ne esce la dentiera e il vigilante con le stampelle.
Trovo che film del genere abbiano un'importante funzione, tipo la maieutica di socratica memoria, ovvero che aiutino la gente a tirare fuori il meglio di sè ispirandosi ai modelli propugnati dagli eroi. Vedere l'eroe azzoppato, vecchio e politicamente scorretto non è sempre così edificante per un'anima candida come me. Ogni tanto mi ci vorrebbe un ritorno alla vecchia spensieratezza per uscire dalla infinita trafila di cinemi cupi per forza.